Dopo anni di precariato lo scorso anno scolastico hanno ottenuto l’immissione in ruolo. Peccato però che da precari lavoravano a tempo pieno e da assunti in ruolo siano impiegati part time, a 18 ore, con uno stipendio ovviamente ridotto. Stiamo parlando degli ATA ex co.co.co., che sono stati al centro dell’incontro che si è svolto a Siracusa, il 26 luglio.
Ad organizzare l’evento, che coinvolge 780 lavoratori dalla Sicilia e da altre regioni del Meridione, la Flc Cgil della provincia di Siracusa, che ha visto la partecipazione dei deputati M5S Luigi Gallo e Maria Marzana.
A La Tecnica della Scuola, Adriano Rizza, neo segretario Flc Cgil Sicilia, ha parlato della questione toccando anche i punti del precariato cronico della scuola e della regionalizzazione.
Parole dure anche dal padrone di casa, il segretario Flc Cgil della provincia di Siracusa Paolo Italia: “Solo dopo l‘avvio di quest’anno scolastico e con il loro servizio ridotto a 18 ore, ci si è resi conto dentro le scuole che la loro prestazione e la loro attività sono necessarie al buon funzionamento della comunità educante, nella nostra fattispecie delle segreterie e dei laboratori che si trovano in essa, a pieno titolo“.
“L’amara consapevolezza che i nostri rappresentanti al Governo sono abituati solo a ragionare, per ovvie ragioni anche elettorali, con i grandi numeri. Per cui la questione dei 780 ex co.co.co. non importa quasi nulla, perché espressione di un numero irrisorio di lavoratori, tale da non fare richiamo in termini di interesse e di propaganda elettorale a livello nazionale”.
In conclusione Paolo Italia ha ribadito come “un buon Governo dovrebbe creare le migliori condizioni perché tutti, uomini e donne, possano avere un lavoro dignitoso e giustamente salariato, come nel caso dei nostri ex cococo perché loro, come tutti i lavoratori, rappresentano il fondamento dell’economia salutare della società. Il giusto e dignitoso salario con l’estensione dell’attuale tempo part time a orario completo di 36 ore deve essere considerato un fatto ovvio, un dato di fatto, un’acquisizione giusta come una normale conseguenza di giustizia ordinaria, in quanto “il lavoratore è innanzitutto un essere umano” con una propria dignità da tutelare e salvaguardare”.