Correva l’anno 2013 e il governo Monti si prestava a lasciare la staffetta al governo Letta.
Il ministero dell’Istruzione guidato da Francesco Profumo pubblicava un atto di indirizzo che si sarebbe potuto leggere come un invito al prossimo governo e ai suoi diretti successori in quel momento da individuare (sarebbe arrivata a Viale Trastevere Maria Chiara Carrozza) in cui presentava i provvedimenti principali ai quali il nuovo esecutivo avrebbe dovuto dare continuità.
Quel Ministro, Ingegnere, Rettore prestato alla politica, che nella congiuntura economica in cui operava il governo di cui faceva parte, all’atto del suo insediamento non aveva presentato idee rivoluzionarie forse per la consapevolezza del breve tempo in cui avrebbe potuto operare, nei suo 15 mesi di guida a Viale Trastevere si era dovuto smentire, perché gran parte della sua azione amministrativa avrebbe inciso e non poco su gran parte dell’assetto scolastico italiano.
Quell’atto d’indirizzo, puntava a riformare la scuola italiana mettendo in primo piano, questioni che erano rimaste nel cassetto e mai effettivamente e decisamente affrontate, cosa che invece dopo decenni, Profumo aveva concretamente cominciato a fare.
Basta pensare al concorso per diventare insegnanti al quale parteciparono più di 300.000 concorrenti, molti dei quali oggi sono in cattedra, più di quelli previsti secondo il modello di reclutamento all’epoca adottato.
Vero è che sarebbe stato interessante verificare in un arco di tempo più largo l’azione dell’allora Ministro, a cui va senz’altro il merito di avere dato lo start e dettato una scaletta che gli altri governi in campo scolastico in parte hanno seguito e spesso disordinatamente e ahimè in qualche caso maldestramente gestito.
Non è questa la sede per fare un bilancio dei meriti e/o demeriti di questo o quel ministro, ma è senz’altro interessante rispolverare quell’atto d’indirizzo che fra le altre cose mirava a ridurre di un anno il percorso scolastico e che oggi sembra avere subito nella sua sperimentazione un impulso da parte del neo ministro Fedeli.
{loadposition carta-docente}
Per non dimenticare dell’innovazione tecnologica che pur limitata negli anni di Monti dai tagli che lo stesso Profumo equamente distribuì su tutto il settore scolastico, rappresentano per quest’ultimo uno dei principali successi: fu proprio sotto quel Ministero che entrò a regime il plico telematico per le tracce di maturità e le iscrizioni online.
E nell’atto d’indirizzo si legge ancora fra le priorità “Sviluppo delle azioni delle performance del sistema scolastico con particolare riferimento agli apprendimenti e alle competenze degli alunni” nonché “implementazione e sviluppo di modelli ed interventi di edilizia scolastica e messa in sicurezza delle scuole”.
Fra le cose che invece sembrano essere cadute nel dimenticatoio, forse perché non di immediato impatto, c’è qualche punto in quell’atto d’indirizzo che riguarda “le politiche di riorganizzazione e ammodernamento del Ministero.
Politiche per l’efficienza gestionale” in cui si pone l’obiettivo di razionalizzare l’organizzazione amministrativa dell’amministrazione centrale (ci sono molti uffici inutili e mancano molti di quelli utili come avviene anche in altri Ministeri) e l’obiettivo di procedere ad una nuova configurazione della rete periferica del MIUR nella prospettiva di una migliore allocazione di funzioni amministrative fra Stato e Regioni.
Caduto nel dimenticatoio infine un altro obiettivo di cui soprattutto l’ultimo governo si sarebbe potuto avvalere, ovvero le risorse umane.
“Per completare l’organico del MIUR – scrive Profumo – occorre selezionare nuovi profili professionali, sia a livello dirigenziale che delle altre aree funzionali (ad esempio statistici, informatici, ingegneri gestionali) con specifiche competenze tecnico-scientifiche, che possano affiancare ed integrare con specifiche competenze tecnico-scientifiche , la tradizionale cultura giuridica e amministrativo contabile del personale delle Amministrazioni dello Stato”.
Non v’è dubbio che una maggiore sinergia fra cultura giuridica ed informatica nell’era dell’algoritmo forse avrebbe potuto evitare tanti errori e qualche paradosso.
Insomma, se un filo rosso, fra i vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni è possibile trovarlo, non c’è dubbio che in materia scolastica il documento di Profumo, rappresenta un interessante riferimento.