Anni di sacrifici ripagati con il tanto agognato contratto a tempo indeterminato: è la storia di una segretaria di 52 anni, che ogni settimana, per cinque anni, ha attraversato l’Italia con i mezzi pubblici, da Pagani, Salerno, alla provincia di Cuneo, per lavorare in una scuola.
La storia è stata raccontata da Il Corriere della Sera. La donna, il primo settembre scorso, quando ha firmato il primo contratto che la rendeva finalmente un’assistente amministrativa a tempo pieno e indeterminato, ha pensato bene di festeggiare coprendo quei 865 chilometri con il motorino di famiglia.
La 52enne ha vissuto un vero e proprio incubo, tra stress, che le ha provocato addirittura una paresi facciale, e vari disagi. “Si è avverato il mio sogno, quello di avere una situazione economica più stabile. Ho sempre lavorato, fin dopo il diploma di ragioneria: aiutavo mio padre nel negozio di intimo che avevamo a Pagani. Dopo che lui è andato in pensione, per diciotto anni, l’ho gestito da sola. Ma quella di una commerciante è una vita davvero dura: non si stacca mai, si deve essere sempre sul pezzo. E questa situazione ha cominciato a pesarmi ancora di più quando sono nate le mie due figlie. Così, nel 2015, decisi di cambiare vita. Chiusi l’attività. E mi buttai nel mondo della scuola come impiegata nelle segreterie”.
Ecco i sacrifici che ha dovuto fare la donna: “Per fare punteggio e scalare le graduatorie, ho cominciato a lavorare nelle scuole paritarie vicino Pagani. Ma con una paga davvero misera. In pratica, solo in prospettiva di entrare nella scuola pubblica e, una volta lì, cercare di stabilizzarmi. E così è stato: la prima chiamata mi è arrivata nel 2018 da Mondovì. Si trattava di un incarico di 30 ore per 40 giorni. Ebbi il coraggio di accettarlo lasciando dall’oggi al domani le mie figlie che all’epoca avevano 13 e 14 anni. Ricordo che, allo stesso tempo, ero felice ma anche tanto addolorata. Fatto sta che da lì a poco ebbi una seconda chiamata: sempre in provincia di Cuneo, a Cervasca questa volta. Sei ore, solo il sabato. Così è iniziato il mio andirivieni tra la Campania e il Piemonte”.
“In cinque anni, ho utilizzato tutti i mezzi possibili: dall’aereo, ma con scalo a Bergamo per utilizzare maggiormente le compagnie low cost, all’alta velocità, fino ai pullman che coprono le grandi distanze. Studiavo attentamente tutti i costi. Così, di solito, per prendere servizio il sabato mattina, partivo ventiquattro ore prima. E capitava che arrivassi anche alle 4 di notte a Torino. Da sola. Con il freddo. Ad attendere l’ultima corriera che mi portasse nel paesino dove c’era la mia scuola. Ogni volta un travaglio. Tanto che, quando arrivavo in ufficio, i colleghi e i professori mi facevano delle vere e proprie feste”, ha aggiunto.
“È stata una svolta che ho voluto festeggiare a modo mio. Questa volta, anziché pianificare il viaggio più economico con i mezzi pubblici, ho pianificato, senza dirlo a nessuno, il viaggio col motorino”, ha concluso. La sua famiglia non ha saputo nulla del suo viaggio in scooter verso il contratto a tempo indeterminato fino a quando non l’ha vista arrivare, al ritorno.
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