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Da sceriffi a passacarte. I dirigenti scolastici vittime della Buona Scuola

I presidi sul piede di guerra. Dovevano essere la punta di diamante della Buona Scuola del governo Renzi. Invece sembra che ormai siano diventati dei semplici passacarte.

L’ANP annuncia che i presidi si rifiuteranno di selezionare gli insegnanti ad agosto, di accettare reggenze di nuovi istituti, rifiuteranno nuovi incarichi e si dimetteranno da ruoli non obbligatori già rivestiti.

Su La Stampa vengono intervistati diversi presidi che raccontano le loro vicissitudini. “Siamo presidi o meri esecutori?”, chiede Giuliano Bocchia, preside del liceo scientifico Da Vinci di Pescara. “Non vogliamo bloccare tutte le scuole d’Italia ma l’anno scorso abbiamo lavorato in un clima di caccia alle streghe e in emergenza. In piena estate a scegliere i professori. Invece, nelle classi è arrivato tutt’altro. Ora dovremmo venire valutati su quello che abbiamo dovuto subire contro la nostra volontà? Non collaboreremo più, rifiuterò con la morte nel cuore. Amo la scuola ma tutto si basa sul volontariato di alcuni, non è pensabile che la scuola funzioni così. E quest’anno andrò in ferie”.

 

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E chi effettuerà la chiamata dei professori? “Delegherò il collegio dei docenti. È formato da tutti i professori della scuola, sono 120 persone, faranno loro i colloqui e sceglieranno. Vediamo che cosa succederà. A scuola c’è paura per l’uomo forte, si pensa che tutti abbiano il diritto di far valere la propria voce e nel frattempo stanno smontando la legge 107”.  

Maurizio Franzò, preside dell’istituto Curcio di Ispica, provincia di Ragusa: “Ho lavorato l’anno scorso senza badare alle ferie e all’estate perché tutto fosse in regola. Tutto inutile, vanificato dagli accordi raggiunti dai sindacati dei professori. Il primo periodo dell’anno scolastico abbiamo assistito allo stesso andirivieni di professori dell’anno precedente. E noi continuiamo ad avere troppe reggenze e troppi incarichi non legati alla scuola. Non ho più il tempo di presenziare ai consigli di classe. Mi capita di non conoscere i docenti della mia scuola. Temo che l’amministrazione abbia creato un mostro. Per quel che riguarda noi dirigenti la nostra protesta sarà questa: faremo i presidi nelle nostre scuole. Per tutto il resto se la sbrighi qualcun altro”.  

Alessandro Artini, preside dell’Isis Fossombroni ad Arezzo: “Dove potremo rifiutarci ci rifiuteremo. Se non potremo farlo, obbediremo. Ma si deve sapere che il nostro parere è negativo”.  

Andrea Carlino

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