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Da Treviso a Lecce, tutti uniti con Fairtrade Italia per un commercio equo e solidale

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Se per caso, navigando nel mare magnum del web, vi capitasse di avvistare il sito della scuola Fabio Besta di Treviso, sappiate che potrete approdare su un istituto con il marchio “Fairtrade”. Che significa? Ce lo spiega il Venerdì di Repubblica che, nel suo ultimo numero, racconta l’esperienza di questo istituto veneto. Tutto ebbe inizio tre anni fa, quando, grazie a un progetto d’Istituto, un gruppo di alunni del Besta scoprì che dietro a ogni invitante tavoletta di cioccolato che vediamo ogni giorno nei negozi e supermercati, si nasconde una filiera del cacao in cui gente senza scrupoli pratica la deforestazione selvaggia, sfrutta i contadini, facendoli lavorare a meno di un dollaro al giorno, approfitta della manodopera infantile. Dopo la prima fase di studio del fenomeno, gli studenti hanno creato una serie di video e di altri materiali illustrativi per spiegare che dietro a ogni pubblicità che ci invita a comprare questo o quel cioccolato, potrebbe esserci tutta una storia fatta di violenze, ingiustizie e soprusi.

Da qui alla collaborazione con Fairtrade Italia – che certifica con il suo marchio etico i prodotti nati da agricoltura e commercio equi e solidali – il passo è stato breve.

Tanto che, nel PTOF 2022-2025 dell’Istituto Superiore Besta di Treviso fa bella mostra un progetto svolto in collaborazione, per l’appunto, con Fairtrade Italia, il cui obiettivo è quello di sensibilizzare gli studenti, facendoli riflettere sulle problematiche di sfruttamento lavorativo e violazione dei diritti umani nelle filiere agricole italiane. In partenariato con l’Istituto agrario Egidio Lanoce di Maglie, in provincia di Lecce, gli studenti hanno svolto – nei due territori a nord e a sud del Paese – una ricerca sullo sfruttamento dei lavoratori, per scoprire cosa si nasconde dietro i cibi che portiamo sulla tavola tutti i giorni, come la pasta e la passata di pomodoro.

Il progetto è iniziato a ottobre 2022, parallelamente nei due istituti, con un percorso nelle filiere agricole italiane dove il lavoro irregolare, il caporalato e la malavita organizzata sono le piaghe di sempre. I ragazzi del Besta hanno preparato un video documentario per sensibilizzare i loro coetanei a questo tema. I ragazzi del Lanoce, dal canto loro, hanno cominciato a lavorare sul tema della certificazione etica Fairtrade applicata in via sperimentale alle filiere italiane.

Insomma, come diceva – così pare – Walt Disney, se puoi sognarlo puoi farlo: ecco, dunque, che diventare una Scuola Fairtrade significa entrare a far parte di una rete internazionale, in cui anche i più giovani possono dare il loro importante contributo alla creazione di un futuro migliore.