Per fortuna oggi che nella scuola italiana “c’è una rete di giovani insegnanti appassionati che la sostengono pur con uno stipendio bassissimo. Un maestro oggi è un eroe”.
A dirlo, il 17 giugno, è stata la scrittrice Dacia Maraini a Caldonazzo, in provincia di Trento, ospite del Trentino book festival parlando del protagonista del suo libro ‘La bambina e il sognatore’.
Poiché il testo ha come protagonista un maestro elementare, alla Maraini è stato chiesto un giudizio sui nostri istituti scolastici e sulla formazione in Italia delle nuove generazioni.
La scrittrice ha espresso un giudizio severo e negativo sulle istituzioni scolastiche: in Italia, ha tuonato, “la scuola è un’istituzione che funziona malissimo, si sbaglia anche a chiamare il preside dirigente, perché la scuola non è un’azienda e deve formare, non produrre“.
La Maraini ha anche tenuto a dire che “la scuola funziona male anche da un punto di vista architettonico”.
A proposito della legge sullo ius soli, la scrittrice sostiene che “viene presa in maniera superficiale invece è abbastanza complessa, perché un bambino, figlio di emigranti, per ricevere lo status di cittadino italiano deve avere genitori che lavorano stabilmente da anni in Italia, deve avere fatto tanti anni di scuola e non è quindi una cosa automatica. Dietro c’è una serie di condizioni che secondo me sono giuste, ovvero si può prendere la cittadinanza se si sono frequentate scuole italiane e se si rispettano le leggi italiane”.
“Noi siamo un popolo di emigranti – ha concluso la Maraini – sappiamo meglio di tanti altri cosa vuol dire emigrare e non vedo perché non possiamo accettare che i figli degli immigrati possano diventare cittadini italiani“.
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