Tre studenti su quattro avrebbero svolto la DaD nell’ultimo anno utilizzando solo lo smartphone e nella metà dei casi senza avere disposizione una stampante per visualizzare su carta le esercitazioni o i compiti. Sono ben rappresentate da questo doppio dato le difficoltà insite nella didattica a distanza che si esercita nelle nostre Regioni e che porta alla riduzione accertata degli apprendimenti anche del 30%: le percentuali riguardano il Lazio, ma negli altri territori non dovrebbero essere molto diverse.
I numeri scaturiscono dal Rapporto sulla Scuola ai tempi del Covid 2021, realizzato da Cittadinanzattiva Lazio ed effettuato ad un anno di distanza dal precedente studio con il quale l’organizzazione civica tentò di capire come il mondo della scuola avesse reagito alla pandemia: secondo quanto emerso, dalle risposto fornite in prevalenza da genitori e docenti, il 75,9% degli alunni fruisce della DaD tramite lo smartphone, ritrovandosi in tal modo a non utilizzare la maggior parte dei software didattici, fruibili solo da pc o tablet. Inoltre, circa la metà delle famiglie (il 44,6%) non ha una stampante da mettere a disposizione degli studenti.
E ancora: appena il 10% delle classi delle superiori starebbe svolgendo una regolare DaD per tutto l’orario scolastico; se poi è vero che quasi l’80% delle famiglie possiede una buona se non ottima connessione ad internet, resta un 20% che non ha una connettività adeguata alle esigenze della DaD o ne sono del tutto prive.
Dalla ricerca si conferma che il Covid ha colto impreparate anche le scuole: prima della pandemia, infatti, solo una scuola su dieci svolgeva attività specifiche ‘a distanza’ come elearning, con webinar e software creati ad hoc, contando pure su infrastrutture digitali preesistenti. Poi, con il contagio di massa di oltre un anno fa, solo un altro 10% di istituti si è organizzato ed è riuscito ad introdurre ‘in corsa’ attività digitali propriamente dette, mentre l’80% delle scuole si è limitata alle videolezioni.
E le famiglie non sarebbero corse ai ripari, per colmare le lacune dei figli, anche perché in tempo di Covid non è nemmeno semplice ricorrere alle lezioni private o alle ripetizioni.
Sempre scorrendo la ricerca di Cittadinanzattiva, appena il 20% dei docenti utilizza, per fare didattica, diversi strumenti digitali.
“I dati raccolti ad un anno dall’inizio del lockdown e dell’alternanza di riaperture e chiusure che ha seguito, raccontano una scuola che non riesce ad andare oltre la lezione frontale, offrendo quasi esclusivamente la videolezione, e delle famiglie che appaiono a dir poco frastornate, se non perplesse”, ha detto il segretario regionale di Cittadinanzattiva Elio Rosati.
Rispetto alle 911 risposte all’indagine di Cittadinanzattiva Lazio Onlus, le adesioni sono arrivate principalmente da genitori o nonni (58,7%) e docenti (26,4%); in minima parte da alunni della scuola secondaria di II grado (2,2%), educatori (1,2%), non docenti (3,4%) e dirigenti (0,7%).
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