Nei giorni scorsi si è diffusa la preoccupazione tra dirigenti scolastici e docenti riguardo il possibile aumento delle tariffe per l’utilizzo della piattaforma Google utilizzata dalla maggior parte delle scuole per la didattica a distanza.
Intanto anche sul fronte politico è stato richiesto al Governo un intervento in merito.
“Google non è un benefattore dell’umanità, non fa volontariato e quando fornisce un servizio gratuito devi aspettarti la trappola. Si tratta di un’azienda fantamiliardaria che, nel momento della massima emergenza, ha messo a disposizione la sua rete gratuitamente per le istituzioni italiane in particolare per la scuola. Quale è la ‘zampata’? Oggi vuole essere pagata, semplice e – tutto sommato – legittimo. Certo, non ci si aspettava questo ricatto proprio ora, nel bel mezzo della crisi sanitaria, sociale ed economica. È una vigliaccata, ma il vero scandalo è che a quasi un anno dall’esplosione della pandemia e dalla sospensione delle lezioni in presenza, il Governo Conte non abbia nemmeno provato a creare una propria infrastruttura tecnologica in grado di far navigare gli studenti italiani senza ricevere elemosine da Google.
È normale che un intero Stato di 60 milioni di abitanti tra i più ricchi al mondo sia costretto ad appoggiarsi per intero a potenze economiche e digitali planetarie straniere per fare ciò cui dovrebbe provvedere in autonomia? È normale che tali soggetti gestiscano conseguentemente miliardi di informazioni sensibili e mettendo a rischio la sicurezza nazionale? No, non lo è. In questo scenario di cybersicurity, la cronaca ci dice oltretutto che i dirigenti scolastici non sono in grado né hanno intenzione di pagare 300 euro al mese per il servizio che consente la Dad. Il problema non si supererà con la fine delle lezioni a distanza. Il governo dia una risposta”.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia che ha depositato un’interrogazione al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dell’Innovazione Paola Pisano.
Nel frattempo, l’allarme pare rientrato: come riporta infatti in un articolo Il Secolo XIX, che aveva sollevato il problema, Google non aumenterà i prezzi della sua piattaforma. Gsuite for Education resterà gratuita per le scuole.
Ricordiamo che la suite comprende: Gmail, Drive, Calendar, Documenti, Fogli, Presentazioni, Moduli, Hangouts Meet, Classroom. Hangouts Meet e Classroom sono gli applicativi che abilitano direttamente la didattica a distanza.
In particolare, Hangouts Meet consente di comunicare via chat e videoconferenza, sia in bilaterale che in gruppo. Include strumenti per l’accessibilità, come i sottotitoli automatici. Classroom permette di creare classi virtuali, distribuire compiti e test, dare e ricevere commenti su un’unica piattaforma.
Tuttavia, la versione Enterprise a pagamento, con funzionalità aggiuntive come ad esempio la possibilità di fare riunioni su Meet con più di 100 partecipanti, è a disposizione delle scuole che possono richiederla acquistando un numero ridotto di licenze.
Intanto il Ministero starebbe lavorando ad una piattaforma unica, integrata con tutti i servizi e le funzionalità utili per le scuole, dagli strumenti per la didattica digitale, agli spazi dove archiviare contenuti.
Al momento però c’è solo un annuncio di metà dicembre: il Ministero dell’Istruzione ha istituito un gruppo di lavoro per garantire agli Istituti il nuovo strumento in tempi brevi, entro il prossimo anno scolastico. A tal fine potranno certamente essere utilizzate le risorse stanziate per la digitalizzazione delle scuole nella Legge di Bilancio .
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