Dopo avere spiegato, in una precedente diretta Facebook di Tecnica della scuola Live, che potrebbero esserci almeno 3 ragioni per preferire che i docenti facciano la DaD da scuola, ecco altre ragioni per cui sarebbe opportuno farla da casa.
Se ne è parlato nella diretta Facebook di Tecnica della Scuola Live (rivedi la diretta) del 28 ottobre, proposito della circolare di Bruschi del 26 ottobre. La Circolare MI infatti precisa: Le istituzioni scolastiche continuano ad essere aperte, e in presenza, nell’istituzione scolastica, opera il personale docente e ATA, salvo i casi previsti al paragrafo 2 (paragrafo che contempla il caso di quarantena del docente). In altre parole, qualora il docente non sia in quarantena, dovrà lavorare da scuola, anche in DaD se la sua classe fosse in quarantena.
Il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli interviene sull’argomento, e, pur riconoscendo che sia legittimo per il Ministero chiedere che il servizio professionale del corpo docente venga svolto sul luogo di lavoro (ci riferiamo, ad esempio, al caso in cui la classe sia in quarantena e il docente no), afferma che in alcune condizioni egli, da Dirigente Scolastico, autorizzerebbe il proprio docente a svolgere la DaD da casa.
“È pacifico che la prestazione professionale del docente dovrebbe essere erogata a scuola,” spiega il Presidente ANP. “Il dirigente valuta la possibilità di far lavorare il docente da casa ma servono delle condizioni.”
“Il docente non è libero di fare come gli pare e ci sono degli obblighi contrattuali ribaditi anche dalla nota di Bruschi,” sottolinea il Dirigente. “Il lavoro si fa sul posto di lavoro, ma sotto specifiche condizioni il dirigente può autorizzare.”
Ecco le condizioni che dovrebbero concorrere a una simile decisione del Dirigente Scolastico secondo Giannelli:
“Innanzitutto io chiederei al docente cosa preferisce. Secondo l’articolo 263 del decreto rilancio il lavoro agile va per tutte le pubbliche amministrazioni ma a scuola è disapplicato. Quindi la scuola il lavoro agile non ce l’ha fra le sue corde. Però se il docente lo chiede, se dichiara che a casa ha una buona connessione e buone attrezzature; e in più se per andare a scuola il docente dovesse prendere i mezzi pubblici, ecco, in presenza di queste 3 condizioni io, personalmente, acconsentirei a che l’insegnante restasse a casa. Prendere i mezzi pubblici per poi mettersi a scuola davanti un monitor non sarebbe la cosa giusta da fare.”
Ulteriore condizione:
Se poi le scuole dovessero essere combinate molto male in fatto di tecnologia e connessioni internet, sarebbe un motivo ulteriore per prediligere la didattica a distanza da casa. Infatti, sostiene Giannelli: “Tendenzialmente nelle scuole abbiamo una scarsa dotazione tecnologica infrastrutturale, sebbene poi ci siano anche scuole eccezionali da questo punto di vista. Per fare connettere decine di docenti mi servirebbe oggettivamente una banda molto larga, per avere almeno 50 collegamenti in streaming di una certa qualità.”
Per riepilogare, le 4 condizioni per cui un Dirigente dovrebbe autorizzare la DaD da casa del docente: 1) che lo chieda il docente, 2) che a casa abbia tecnologie e connessioni efficienti, 3) che per andare a scuola, il docente usi i mezzi pubblici, 4) che a scuola non ci sia una buona connessione a banda larga.
“In queste condizioni è ammissibile che i docenti possano lavorare da casa.”
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