Riguardo i dati diffusi dal Ministro Bianchi sul contagio del covid-19 all’interno delle scuole fra il personale della scuola e gli alunni, nell’ audizione del 19 gennaio 2022, abbiamo sentito il punto di vista di chi nella scuola opera tutti i giorni ed è in collegamento con numerosi dirigenti scolastici.
Sul tema della gestione organizzativa delle scuole, al tempo del covid-19, abbiamo posto alcune domande al dirigente scolastico del Liceo Artistico “Nervi-Severini” di Ravenna, l’avv. Gianluca Dradi, responsabile dei dirigenti scolastici per la Flc Cgil Emilia Romagna.
Il Ministro dell’Istruzione Bianchi ha comunicato che le classi totalmente in dad sono il 6,6% mentre gli studenti in did sono il 13,1%. Nella realtà dell’Emilia Romagna le risultano gli stessi dati, oppure ne rileva qualche discostamento?
Dai dati della mia scuola e dai contatti con numerosi colleghi della mia regione ricavo la sensazione di numeri superiori a quelli forniti dal Ministro. Come nella storia dei polli di Trilussa, io e diversi colleghi siamo evidentemente tra quelli che mangiano due polli, nel caso di specie avariati, mentre altri nessuno; solo così i conti tornano. Nella mia scuola, per esempio, ho circa il 40% di classi che si trovano in didattica digitale integrata parziale o totale, che è esattamente il doppio del dato nazionale. Sempre nel mio liceo c’è un numero di studenti positivi che non è altissimo, sono meno di 60 positivi su 900, che però sono distribuiti sul 73% delle classi. Quindi quasi tutte le classi sono almeno coinvolte da un caso di positività. Numeri simili mi sento riferire da molti colleghi; probabilmente saremo tutti sfortunati.
In questa fase di crescita della curva pandemica e di continui casi di positività che coinvolgono le varie componenti delle scuole, l’organizzazione del lavoro risulta gravata da una maggiore complessità?
Al di là dei numeri stiamo vivendo da tempo un forte disagio che è diffuso in tutte le componenti della comunità scolastica: soprattutto alle superiori le regole da applicare sono complesse e differiscono in base allo stato vaccinale ed al numero di soggetti positivi. Diventa quindi complicato per le famiglie comprendere le regole, complicato per i docenti fornire le risposte alle domande e svolgere un’attività didattica che contemporaneamente si svolge sia in presenza che a distanza, quando ci sono non più di due positivi; gravoso per il personale Ata star dietro ai tracciamenti e predisporre le sostituzioni dei docenti che sono in quarantena o si ammalano o sono stati sospesi perché non in regola con l’obbligo vaccinale. Ed ovviamente è complesso e gravoso per i dirigenti, che devono organizzare tutto questo lavoro, anche di domenica, curare le comunicazioni e riuscire a mediare tra richieste ed esigenze spesso opposte e quindi in conflitto tra loro. Per di più in un quadro reso incerto da regole e protocolli che cambiano spesso e sono di difficile comprensione: non è chiaro, per fare un solo esempio, entro quale lasso temporale vanno conteggiati i due o tre casi, che fanno scattare regole diverse, così come non è semplice capire cosa deve essere richiesto per il rientro a scuola dei soggetti a seconda che siano positivi, in quarantena o solo in auto sorveglianza. E potrei continuare.
La regola dell’autosorveglianza è come dire un affidare alla responsabilità delle famiglie e del personale, l’evolversi del contagio all’interno delle classi e della scuola, funziona tutto bene a livello di comunicazione dei casi di positività?
Purtroppo l’impennata dei contagi ha ormai messo fuori gioco la possibilità di un nostro confronto con i Dipartimenti di Sanità Pubblica. Dobbiamo fare da soli e la comunicazione dei casi di positività da parte delle famiglie non sempre è tempestiva e a volte capita che vengono rilevati i sintomi del covid-19 durante le ore di lezione. Ci sono famiglie che comunicano con tempestività la positività dei figli, altre famiglie che sottovalutando alcuni sintomi lo comunicano tardi e questo crea poi problemi alla mattina perché ci si trova di fronte a una situazione che si è modificata rispetto alle comunicazioni che avevamo inviato alle famiglie nel pomeriggio precedente. Quello che sappiamo è che la posta elettronica è piena di segnalazioni e di richieste di attivazione di didattica a distanza, anche per i casi di quarantena oltre che per quelli di positività. I dirigenti scolastici si trovano, oltre ad essere oberati da aggravi di lavoro e di responsabilità, a cercare un punto di equilibrio tra le famiglie che chiedono, per eccesso di prudenza, di potere avere per i figli la DaD, e chi invece, pur non essendo vaccinato, chiede di restare a frequentare in presenza anche quando le regole impongono una diversa soluzione. È una gestione molto complessa e la nostra sensazione è quella che non stiamo di fatto erogando un servizio di qualità, anche perché ci sono molti studenti che restano prudentemente a casa. Inoltre, a causa delle quarantene e positività dei docenti, dobbiamo interrompere parzialmente il servizio per riuscire a nominare i supplenti.
Se un docente risulta essere positivo è facile trovare il sostituto o comunque si crea un disagio alla classe?
Capita purtroppo di dover attivare lo scorrimento delle graduatorie di Istituto per sostituire i docenti assenti per la malattia ordinaria a cui si aggiunge la malattia per covid-19. Trovare un supplente non è mai troppo semplice, perché servono circa 48 ore per la convocazione e la nomina, quindi capita spesso che, in attesa del perfezionamento della procedura di sostituzione, abbiamo classi scoperte che dobbiamo fare entrare a scuola dopo o uscire prima per l’assenza del titolare. Si tratta di un disagio che di questi tempi è diventato un luogo comune in tutte le scuole di Italia. Quindi è vero che la scuola è prevalentemente in presenza, ma con una qualità del servizio non certo ottimale.
L’Amministrazione centrale e le sue articolazioni territoriali sono di supporto alle scuole in questo periodo di emergenza?
Francamente ci sentiamo abbastanza soli nella risoluzione di tutti i nostri problemi. Il ministero ha predisposto uno sportello help desk, ma le scuole hanno bisogno di risposte in tempi celeri e non dopo diversi giorni; poi la questione burocratica dell’organico Covid relativo al personale Ata, inizialmente previsto solo fino al 30 dicembre e che è stato poi prorogato a fine Marzo, ma con problemi nella sostituzione di chi nel frattempo o ha rinunciato alla proroga o si è visto risolvere il contratto per problemi nel punteggio in graduatoria. Insomma è tutto faticoso e complesso.
Spero solo che dopo due anni di emergenza pandemica, almeno in vista del prossimo anno scolastico il Governo e le forze politiche decidano di cambiare atteggiamento, che significa adottare le misure che servono davvero a prevenire la diffusione del virus anziché continuare a rincorrerlo.
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…