Chiamiamola didattica connessa, non didattica a distanza, perché la pedagogia ci insegna che la lingua fa la realtà e allora, dato che compito della didattica è ridurre le distanze, meglio porre l’accento sulla connessione, più che sulla distanza.
Ce lo spiegano due grandi rappresentanti del mondo della scuola: Daniele Manni, il primo docente italiano a vincere il prestigioso e internazionale “Global Teacher Award” e Salvatore Giuliano, ex sottosegretario all’Istruzione e dirigente scolastico, ospiti speciali della diretta Facebook di Tecnica della Scuola live del 29 ottobre, un appassionato confronto sulla didattica digitale.
In una chiacchierata col nostro direttore Alessandro Giuliani, i due insegnanti ci hanno raccontato il proprio fare scuola, una vera scuola del fare che riflette sulle strategie, sugli approcci, sui metodi a partire sempre dalle sperimentazioni, e spesso dagli errori, per correggere il tiro e ricominciare. Un confronto di quelli che hanno il potere di emozionare, di ispirare e di spingerti a mettere in discussione tutto, capovolgendo i paradigmi.
È il caso dell’uso ordinario dei verbi insegnare e imparare, a cui il dirigente Giuliano preferisce l’uso (un po’ provocatorio) di ti imparo, che tiene insieme l’educatore e l’allievo: “Meglio dire ti insegno o ti imparo?” ci chiede spiazzandoci. “È una differenza metodologica fondamentale. Insegnare indica un modello unidirezionale. Nel ti imparo c’è il coinvolgimento diretto del discente, il contatto tra discente e alunno. Chiamiamolo learning by doing, chiamiamolo scaffolding, chiamiamolo come vogliamo, ma concentriamoci sul trasmettere con l’esempio, è quello che funziona.”
E il professore Manni è d’accordo con lui: “Si impara facendo.” Ed è esattamente il suo modello di scuola, da quello che ci racconta, dato che con i suoi ragazzi lavora sull’imprenditorialità vera, quella delle strat-up che progettano un’idea, ne testano la fattibilità, la realizzano e infine la mettono sul mercato. Un modello di scuola vincente, che il professore ormai da anni tenta di portare a regime, perlomeno negli istituti a indirizzo economico, “non per creare imprenditori ma perché si acquisiscano le soft skill.”
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