Ci sono degli sviluppi sulle due studentesse 12enni della scuola media ‘Italo Calvino’ di Torino, che nei giorni scorsi hanno svolto la didattica distanza sedendosi fuori dall’istituto: la dirigente scolastica del celebre istituto Gioberti di Torino, il liceo che si trova accanto alla scuola media Italo Calvino, davanti alla quale le 12enni Anita e Lisa hanno iniziato la protesta contro la Dad, ha pubblicato una circolare rivolta agli studenti dicendo loro che “non è consentito il collegamento da luoghi diversi dalla propria abitazione, quali possono essere parchi, vie cittadine, bar o ambienti di ritrovo, per ragioni di sicurezza e responsabilità”.
Nella circolare del Gioberti, la preside sostiene che “luoghi di questo tipo non favoriscono le condizioni necessarie per la concentrazione e l’attenzione richiesta durante le lezioni”.
Secondo l’agenzia Ansa, “il Gioberti, celebre a Torino per le contestazioni studentesche del ’68, è il primo istituto a vietare la protesta contro la didattica a distanza”.
L’agenzia di stampa ha anche dato voce alla dirigente scolastica del liceo classico Gioberti di Torino, Miriam Pescatore, per spiegare il senso della circolare che intende proibire lo svolgimento della Dad in luoghi posti all’aperto.
“Si tratta di un provvedimento – ha detto la preside – che riguarda non solo chi sta protestando”.
“Visto che abbiamo registrato comportamenti di studenti che si collegano dai parchi o da altri luoghi non permessi dal Dpcm – ha sottolineato Pescatore -, siamo intervenuti”.
“Certamente è un provvedimento che riguarda anche chi protesta, anche se sappiamo che sono autorizzati dalle forze dell’ordine. Resta il fatto che nei prossimi giorni non ci si potrà collegare fuori dalla scuola”.
Senza volere entrare nel merito dell’iniziativa del capo d’istituto del liceo Gioberti di Torino, va rilevato che il Dpcm del 3 novembre scorso si limita ad indicare la necessità di svolgere, per motivi legati all’ascesa di casi di positività al Covid, “il 100 per cento delle attività” tramite il ricorso alla didattica digitale integrata”.
Nulla è precisato riguardo i luoghi dove può essere svolta la DaD: è ovvio che qualora si attui in ambienti inidonei o dove si creano assembramenti, sarà cura degli organismi preposti (le forze dell’ordine, i vigili urbani, ecc.) intervenire adeguatamente. E, al limite, anche con delle multe.
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