Secondo un progetto presentato nei giorni scorsi Milano, dal titolo: “Innovazione didattica: i Big Data per disegnare la scuola di domani”, il 57% dei docenti continua a utilizzare, anche dopo il rientro, strumenti digitali per la didattica. Il 19% lo fa sempre mentre il 35% non li aveva mai utilizzati prima della pandemia.
Lo studio ha coinvolto 1 milione 730mila utenti attivi sulla piattaforma WeSchool, di cui l’88% studenti, il 10% insegnanti, il 2% appartenenti ad altri gruppi. L’analisi ha riguardato circa 16mila scuole di tutta Italia: il 17% scuole per l’infanzia, il 30% primarie, il 47% secondarie. In definitiva, sono stati coinvolti più di 172mila insegnanti e oltre un milione e mezzo di studenti, che rappresentano il 17% degli studenti italiani iscritti nell’anno scolastico 2019-2020. In Sicilia 2 scuole su 5.
La didattica digitale, nel giudizio del campione di 1.800 docenti, ha avuto un impatto positivo sulla comunicazione, interazione, mentre la didattica digitale sulla comunicazione dei docenti con gli studenti è valutato positivamente dal 63%, sulle modalità di interazione con le famiglie dal 50%, sulla comunicazione tra studenti all’interno della classe dal 45%.
Prima, durante e dopo la Dad la maggior parte dei docenti intervistati ha utilizzato gli strumenti digitali come supporto alla lezione frontale. Il 68% dei docenti afferma di aver prodotto in autonomia almeno una volta a settimana i materiali didattici condivisi con gli studenti, mentre il 67% ha utilizzato, con la stessa frequenza, materiali didattici prodotti da terzi.
Durante la Dad la tecnologia ha assunto un ruolo rilevante nell’assegnazione dei compiti e nelle azioni di monitoraggio di compiti e attività per l’87% degli intervistati che ne hanno fatto ricorso almeno una volta ogni sette giorni.
Il 55% dei docenti afferma che la didattica digitale ha avuto un impatto molto positivo o positivo sulla partecipazione degli studenti. Durante la Dad la percentuale di docenti che ha implementato metodologie innovative e partecipative almeno una volta a settimana è del 73%, aumentando del 44% rispetto al periodo pre emergenziale.
E ancora. Durante l’anno scolastico 2019/2020, quasi 7 docenti su 10 riportano di aver coperto una porzione tra il 50% e il 90% del programma previsto. Cinque docenti su 10 stimano che la partecipazione degli studenti alla Dad sia stata superiore al 90% della classe (ma 2 docenti su 10 stimano una partecipazione inferiore al 50% della classe).
La Dad inoltre ha inciso in modo evidente anche durante l’anno scolastico 2020/2021, soprattutto nelle scuole del secondo ciclo.
Il principale motivo dell’assenza degli studenti dalle lezioni durante la DaD è stato la scarsa connessione ad internet (secondo il 50% dei docenti), seguito dalla scarsa motivazione degli studenti (30%), dalla mancanza di dispositivi digitali (29%) e dallo scarso supporto da parte della famiglia (28%).
Ma emerge pure che solo il 17% dei docenti si sentiva del tutto o molto “preparato ad affrontare la Dad con strumenti digitali», mentre in seguito il 53% dei docenti è del tutto o molto d’accordo nel «sentirsi più sicuro nell’utilizzo degli strumenti digitali per la didattica”.
Secondo l’88% dei docenti la didattica digitale ha impattato positivamente o molto positivamente sulle competenze digitali dei docenti, il 66% è d’accordo o molto d’accordo nell’utilizzare la didattica digitale anche in futuro, e più della metà dei docenti (il 57%) è d’accordo o molto d’accordo sulla necessità di sviluppare ulteriormente competenze digitali.
Infine, il 67% di docenti si dichiara d’accordo o molto d’accordo che “i mesi d’emergenza abbiano modificato permanentemente la presenza di strumenti digitali”.
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