La didattica distanza, com’è noto, non è più prevista. Le ultime linee guida emanate dall’Istituto Superiore della Sanità, dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero della Salute lo hanno sancito. Tuttavia, nessuna indicazione prevede il divieto di usufruirne. E, in effetti, alcune scuole hanno deciso di non abbandonarla.
Questo è quello che si legge tra le pagine del quotidiano toscano La Nazione. A quanto pare, gli istituti fiorentini Sassetti-Peruzzi e Marco Polo hanno intenzione di sfruttare i benefici della didattica a distanza in caso di assenze lunghe almeno 10 giorni, non per forza, quindi, legate al Covid-19. C’è da specificare che al Marco Polo questa modalità di fare lezione era stata già sdoganata prima della pandemia.
Quindi gli studenti in questione, nel prossimo anno scolastico, potranno seguire le lezioni da remoto nel caso di malattie o problemi di vario tipo. “Ora che i mezzi di connessione sono ulteriormente migliorati, perché privare del contatto con la scuola un ragazzo che ad esempio si è rotto una gamba? Insomma, noi valuteremo i singoli casi e chiederemo la necessaria documentazione. Se l’assenza è prolungata, attiveremo la DaD. Non siamo certo sostenitori della didattica a distanza, ma quando diventa l’unico sistema per seguire le lezioni…”, questa la posizione del preside del Marco Polo, che sceglie quindi di usare i mezzi tecnologici, suo malgrado, in casi estremi, in modo da fare perdere agli alunni meno ore di scuola possibili.
Sulla stessa linea sembra essere il professionale alberghiero Buontalenti, che ancora non ha preso una decisione in merito. “Io sarei per mantenere la DaD in caso di documentata prolungata assenza – osserva la dirigente, Maria Francesca Cellai -. Non buttiamo via ciò che la tecnologia ci consente di fare. Vediamo come si esprimerà il collegio docenti, ma la mia posizione è questa”.
Al liceo classico Galileo, invece, le lezioni da remoto ci saranno solo “se l’alunno è ricoverato in ospedale”. Al comprensivo Vespucci la preside Francesca Cantarella al momento ha deciso di attenersi “vademecum ministeriale” e di non attivare la Dad. “La scuola non è on demand. Il nostro consiglio è di non fare più la DaD, altrimenti rischiamo il caos – dice Claudio Gaudio della Cisl -. Se una scuola ritiene di mantenerla, libera di farlo. Ma a mio avviso è meglio evitare”.
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