Sono Roberto S., padre di un bambino che frequenta la classe IV elementare.
Volevo segnalare alcune criticità emerse in relazione alla gestione della didattica a distanza (DAD) che voglio portare alla luce perché in futuro potrebbero essere utili ad altri genitori che si troveranno nella nostra stessa situazione.
In pratica mio figlio è a rimasto a casa da scuola dal 6 novembre, perché io prima ho avuto la febbre (che poi è rivelato Covid con sintomi medio gravi da cui sono stato dichiarato guarito il 29 novembre) e quindi ho subito tenuto a casa il bambino per precauzione; successivamente anche mio figlio è risultato Covid positivo (asintomatico nel suo caso per fortuna) e dato di fatto, ad oggi è a casa da circa un mese; ora è guarito e domani potrà finalmente rientrare a scuola.
Durante la lunga assenza pur avendo chiesto e parlato con più persone della scuola (rappresentante, preside, fiduciario, maestri etc.), pare non sia stato e non sia possibile ad oggi, erogare servizi DAD per gli alunni assenti (positivi o in isolamento fiduciario etc.). Mio figlio ad oggi ha raccolto i compiti da fare tramite maestri, genitori amici etc. ed ha letto nel registro elettronico cosa è stato fatto (non sempre però aggiornato correttamente), non è certamente come fare lezione in aula.
Riporto inoltre che per una settimana (data l’assenza di oltre il 30-40% dei presenti tra alunni e maestri) la scuola è stata chiusa ed in questo caso si è fatto regolarmente lezione online (principalmente con i maestri in DAD da casa o da scuola), quindi con capisco perché sia stato possibile farlo anche per gli altri giorni di assenza.
Se questa cosa era accettabile o comprensibile nella prima ondata (in cui comunque è stata fatta poca formazione a distanza che ha lasciato lacune difficilmente recuperabili), NON E’ certamente accettabile nella seconda; non è possibile che mio figlio non abbia avuto il diritto di frequentare video lezioni perché a detta della scuola ad oggi non ci sono le strutture adeguate ed il personale dedicato per farlo (viviamo in una piccola città ma non di certo non su una montagna isolata, in una foresta od in mezzo all’oceano).
Rispetto anche il pensiero degli insegnanti, che a loro dire sono solo operai della scuola e non decidono nulla, chi deve gestire la cosa però se ne deve occupare e cercare di risolvere i problemi a mio avviso.
Ricordo che sono passati circa 6 mesi dal primo lockdown, questa non vuol essere una mera polemica, è solo chiedere cioè che ad OGGI ci viene negato. La scuola non poteva attrezzarsi per queste emergenze?
Non va la connessione? Cambiatela. Mancano gli insegnanti? Assumeteli.
Ricordo infine, che non si è trattato di un solo bambino assente, ma di un numero di almeno cinque\sei poi ridottosi a tre fortunatamente perché sono guariti o risultati non infetti; tre non è un numero sufficiente per attivare la DAD??
Prendere il Coronavirus non è una scelta, non è una colpa, non è un REATO, è una cosa che capita, un REATO è non dirlo e non stare in quarantena ed in isolamento, noi abbiamo seguito TUTTE le regole per tutelare la salute pubblica, pagandone il prezzo di avere un bambino a casa positivo ma asintomatico che non ha potuto seguire le lezioni e che quindi resterà presumibilmente indietro. Noi non siamo degli insegnanti ma abbiamo cercato d fare il possibile, con poco aiuto dalla scuola.
Certo, qualcuno potrebbe dire: “E se tuo figlio si fosse fatto male o fosse rimasto a casa per altre patologie non avrebbe potuto seguire ugualmente”… in quel caso risponderei, pace… ma Di Covid, quarantene, isolamenti… se ne parla da marzo 2020… ed ora siamo a dicembre!
Roberto S.
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