Bollette salate per chi è costretto da mesi a lavorare e studiare da casa. La pandemia sta costando caro agli italiani costretti ad un sovrapprezzo per luce, gas ed Internet.
Non solo problemi di connessione per i milioni di italiani costretti a casa dall’emergenza sanitaria legata al Covid 19, ma bollette più alte dovute al maggior tempo trascorso in casa.
L’indagine svolta da sos tariffe stima le maggiorazioni di spesa relative alla fornitura di luce e gas, ma anche di connessione web da rete fissa dovute allo smart working e alla didattica a distanza da casa. Sono stati esaminati tre profili di consumatori: i single, la coppia e la famiglia.
Ne complesso emerge una spesa aggiuntiva per le sole bollette annua maggiore di circa 150 euro per i single e fino a quasi il doppio per le famiglie più numerose.
La permanenza domestica costringe a un uso maggiore di luce e di corrente elettrica soprattutto nel periodo invernale, di gas per il riscaldamento ma anche per la preparazione dei pranzi che in altri tempi si sarebbero fatti fuori casa.
Anche per quanto riguarda la tecnologia i costi sono aumentati perché in tanti casi gli italiani sono stati costretti a cambiare contratto per passare alla larga banda con tariffe Flat.
I costi della tecnologia sono aumentati sia per garantire una adeguata copertura della rete Internet anche per l’acquisto di stampanti e relativo consumo dei toner.
Tantissime persone sono state costrette, infatti, ad acquistare un nuovo pc o tablet per consentire la fruizione della didattica a distanza per tutti i propri figli e il mercato ne ha approfittato aumentando i prezzi sui prodotti più richiesti. Questo secondo una ricerca fatta da “BrandToday” nelle varie fasi dei provvedimenti emanati dal governo in occasione della pandemia e del primo lockdown.
I dati parlano di un + 10% di aumento dei prezzi sui pc portatili e addirittura oltre il 20% per le stampanti, dati presi su siti di e-commerce molto utilizzati durante questo periodo.
Durante lo stesso periodo l’aumento generalizzato dei prezzi ha riguardato quindi sia pc, stampanti, ma anche webcam, auricolari e cartucce del toner.
La ricerca ha analizzato gli effetti del lockdown nei tre periodi legati al varo di decreti della presidenza del Consiglio sempre più stringenti per quanto riguarda le limitazioni di movimento dei cittadini, quello del 4 marzo che ha chiuso le scuole, quello dell’11 marzo che ha imposto la quarantena in casa e infine quello del 22 marzo che anche a seguito delle misure più stringenti adottate da alcune regioni ha reso ancora più stretto il lockdown. La ricerca è arrivata fino al 18 aprile.
E non dimentichiamoci il consumo e quindi la necessità di ricambio di accessori però fondamentali come l’alimentatore del pc, la batteria interna, il mouse, il monitor tutte spese aggiuntive a carico delle famiglie.
Lo smartworking e la didattica a distanza seppure necessarie in questo periodo rischiano quindi di creare nuove differenze sociali, che vanno ad aggiungersi al tema legato all’isolamento sociale. I casi di hikikomori cioè la forma di estremo isolamento sono in fortissimo aumento questi casi di isolamento sociale proprio a confermare purtroppo i disagi psichici e sociali che la pandemia ha accentuato sulla popolazione.
Con più persone dentro casa, la condivisione degli spazi fa insorgere problemi di concentrazione, frustrazione per non aver una preparazione adeguata alle nuove tecnologie, l’aumento dei carichi di lavoro e della tipologia di lavoro e studio.
Maggiori costi e maggior disagi a discapito delle fasce più deboli della società che provoca un ulteriore distanza sociale nella popolazione.
Su questi aspetti dovrebbe intervenire il Governo visto anche il perdurare dell’emergenza sanitaria.
Aiuti sulle bollette potrebbero essere più utili del voucher per la mobilità.
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