Sarebbe un patrimonio ingente, secondo quanto pubblica Il Sole 24 ore, di quasi 46mila immobili per un totale di 38,6 milioni di metri quadrati – parzialmente inutilizzato e disseminato in tutt’Italia, ma con presenze importanti a Roma (1.194 unità), Milano (365), Torino (280), Napoli (255) e Venezia (175) quello di appartenenza agli enti ecclesiastici gestiti dall’Aspa.
Edifici ampi: 1.433 metri quadrati la superficie media di collegi e convitti, educandati e ricoveri, presenti soprattutto al nord (12.200 immobili).
Si tratta, si legge sempre sul Sole 24 Ore, di immobili, spesso frutto di lasciti testamentari, come i conventi, strutture sanitarie, orfanotrofi, case di riposo, scuole.
“Se si tengono in considerazione solo i metri quadrati, si sfiorano le dimensioni della totalità dei fondi immobiliari italiani. Il valore però è inferiore, 42,5 miliardi di euro contro i 120,6 dei fondi”.
Si stima infine che il 30-40% di questi beni sia vuoto o sottoutilizzato e che circa il 40% versi in un cattivo stato di manutenzione, facendo immaginare interessanti possibilità di valorizzazione, sia a vantaggio degli enti, sia a beneficio della collettività.
Pare inoltre che storicamente, i responsabili economici degli enti non sono mai stati troppo attenti ai beni immobiliari, mentre si farebbe strada un atteggiamanto di maggiore sfruttamento economico di questi immobili.