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Dai sassi in forma di tasse, ai fuori corso delle università più “fuoricorsisti” d’Italia

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Il Governo si può dire che ha deciso di adottare la linea della tolleranza zero con chi impiega più del dovuto a laurearsi o a tentare di farlo. Quindi se sei “sfigato” e “fuoricorso” il Governo ti tira le pietre. Le pietre sono figure retoriche che rappresentano le tasse, che per la categoria dei “fuoricorso” potranno addirittura raddoppiare.
Ma quali sono i corsi di studio che statisticamente vedono i propri iscritti sforare i tempi regolari? I corsi di laurea in Beni culturali, sono quelli che fanno registrare, record non invidiabile, il 52% di studenti fuoricorso, seguono gli studenti di Architettura con circa il 40%, Ingegneria e Lettere ex equo con una percentuale di fuoricorsisti del 38,5%.
Invece tra i più puntuali nell’appuntamento con la laurea, sono gli iscritti a chimica industriale. Il problema dell’aumento dipenderà da una scelta autonoma delle università, che se vorranno potranno usare lo strumento dell’aumento delle tasse come una clava da dare in testa ai malcapitati “fuoricorso”, che oltre il danno avranno servita anche la beffa.
Allora nasce spontanea la domanda: quali sono le università che fanno registrare il maggior numero di studenti “fuoricorso”? 
In base agli ultimi dati forniti dall’Ufficio statistico del Ministero dell’istruzione, in testa c’è il Politecnico di Torino, dove il 51,4% degli studenti ha già visto superare i tempi previsti dalla legge per la propria laurea. 
Segue l’Università di Foggia, con il 45,4% di fuoricorso, tallonata dall’ateneo di Salerno 43,4%. Tra le migliori, primeggiano invece le università non statali, a partire dalle milanesi San Raffaele dove il 93,8% degli iscritti è in corso e Bocconi, mentre tra le statali il dato migliore si incontra a Roma Tor Vergata. 
Tra le università più grandi, la condizione più critica si incontra alla Federico II di Napoli, dove i fuoricorso sono il 38,8% degli iscritti, mentre la Statale di Milano fa meglio della Sapienza di Roma.
Noi speriamo che in un momento di crisi come questo siano le Università a non tirare le pietre ai loro studenti che con fatica cercano di fare del loro meglio.