“Si tratta di proposte, non di diktat prendere o lasciare”, spiega il premier, attraverso la su eNews, alla vigilia della presentazione delle linee guida sulla scuola attraverso il sito internet passodopopasso.italia.it.
“Dal 15 settembre al 15 novembre ascolteremo tutti, a cominciare dagli studenti che sono per noi protagonisti, non spettatori. Nella legge di stabilità ci saranno le prime risorse e da gennaio gli atti normativi conseguenti”.
“Nel frattempo – aggiunge Renzi – continueremo a investire sull’edilizia scolastica, sbloccando il patto a quei comuni che hanno progetti seri, cantierabili, come è accaduto dopo la mia lettera di inizio mandato. Abbiamo ricevuto tante email dai sindaci alle quali stiamo dando concretamente risposta. Chi mi conosce dai tempi di Firenze sa che per me la scuola è alfa e omega di tutto. Solo che la scuola non si cambia con un decreto, ma coinvolgendo famiglie, studenti, insegnanti, presidi, tecnici, amministratori locali. Noi le riforme le facciamo così”.
Renzi spiega che il parere dei cittadini sarà fondamentale ai fini della formulazione della riforma. “Chiederemo alle famiglie e agli studenti se condividono le nostre proposte sui temi oggetto di insegnamento, le materie, quelli che quando andavamo a scuola noi chiamavamo il programma: dalla storia dell’arte alla musica, dall’inglese al coding. Chiederemo ai presidi di fare di più, aumentandone competenze e responsabilità, ma anche snellendo la struttura amministrativa attraverso un percorso di digitalizzazione procedurale spinta. Metteremo più soldi, ma facendo comunque tanta spending review: perché educare non è mai un costo, ma gli sprechi sono inaccettabili soprattutto nei settori chiave”.
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