Anche secondo l’assessore alla sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, le scuole superiori devono rimanere chiuse, e non solo quelle del suo territorio, ma dell’intera penisola: “Parlo di tutta Italia. Anzi, noi siamo la regione rimasta sempre in fascia gialla, che ha fatto più vaccini delle altre, possiamo permetterci di lanciare un appello. Non faremo fughe in avanti e applicheremo le decisioni del governo, ma deve essere chiaro che sarebbe estremamente imprudente, in questa fase dell’epidemia, riaprire le superiori tra una settimana».
E poi aggiunge, secondo quanto riporta Il Messaggero: “la chiusura delle scuole è l’intervento non farmacologico più significativo che possa essere utilizzato, a parte il chiedere a tutti di rimanere in casa”, infatti, secondo uno studio sulla Spagnola del 1918, negli Stati Uniti, «quanto prima le scuole vengono chiuse, tanto più basso è il numero delle morti in eccesso».
“Il problema è dell’intero Paese. Occorre grande prudenza, siamo nella fase più delicata della pandemia, ci sono tre mesi invernali di fronte a noi e saremo impegnati in una complessa campagna vaccinale. È già stato spiegato tante volte: il problema non sono le lezioni in aula, ma tutto ciò che sposta la scuola, tutto ciò che gira attorno alla scuola. Pensare di ripartire, alle superiori, quando registriamo in Italia più di 20mila casi al giorno, non ha senso”.
Nel Lazio, specifica l’assessore: “quando le scuole riaprirono avevamo 300 nuovi positivi al giorno, oggi quasi 2.000. Le scuole sono un tema nazionale. Però spero che prevalga il buon senso. E non avrebbe senso riaprire le superiori, sia pure con la didattica a distanza al 50 per cento, per poi essere costretti a richiuderle dopo poche settimane».
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