Il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, ha vinto le recenti elezioni politiche e quindi ha il diritto di governare il Paese. Il mondo della scuola ha espresso con il suo voto in maniera chiara ed inequivocabile la rotta del cambiamento dopo ben cinque governi non eletti dai cittadini.
Finalmente il voto del 25 settembre ha ripristinato il senso della democrazia perché questo governo del Centrodestra non è nato tra le stanze dei palazzi della politica, ma è espressione del voto dei cittadini italiani. Ha vinto il principio della democrazia che sembra essersi completamente cancellata.
Il pianeta dell’Istruzione, ovviamente, si aspetta tanto dal Governo che nascerà e gli occhi sono puntati sulla nomina del nuovo Ministro dell’Istruzione che siederà a Viale Trastevere.
Circolano già alcuni nomi, ma il mondo della scuola reclama a gran voce che sia un “professionista” della scuola (docente, dirigente scolastico) con comprovata competenza a prendere le redini, piuttosto che un politico o qualcuno che non abbia mai messo piede nelle aule scolastiche o non conosce proprio le problematiche della scuola.
Il pianeta istruzione esce, purtroppo, da due anni di pandemia, di dad, di rinnovo degli stipendi al palo da quasi 50 mesi, da concorsi banditi e da bandire, se non alcuni fermi.
Dal nuovo Ministro veramente attendiamo che la scuola ritorni protagonista della vita politica nazionale e sia sempre al primo posto nell’agenda del Premier.
Il primo obiettivo sarà quello di porre massima attenzione sul ruolo sociale degli insegnanti dando loro prospettive di una vera e autentica considerazione sociale e far in modo che qualsiasi docente venga rispettato da tutti per il suo ruolo formativo e sociale che riveste. Non dobbiamo dimenticare mai che il futuro e la crescita e la sua sostenibilità passano attraverso una buona istruzione e formazione.
Altro aspetto urgente per il nuovo Ministro sarà il rinnovo del CCNL che deve diventare operativo da subito per fronteggiare la situazione di crisi delle famiglie a causa dei rincari del gas e dell’energia elettrica perché, stando ai dati, l’autunno e il prossimo saranno duri.
Bisogna, altresì, porre attenzione sull’edilizia scolastica, perché molti istituti scolastici sono vecchi e fatiscenti e le cronache quasi quotidianamente ci rendicontano di crolli di soffitti che mettono a rischio l’incolumità degli alunni e del personale scolastico.
Il nuovo Ministro dovrà rivedere il sistema d’istruzione della scuola media (la secondaria di I grado) per renderla non “affettuosa”, ma produttiva e in grado di formare generazioni di alunni pensanti rafforzando le competenze linguistiche e logico-matematiche che, purtroppo, sono carenti.
Sono solo alcuni dei problemi più urgenti da risolvere che il prossimo inquilino di Viale Trastevere troverà sulla scrivania, ma di questioni da affrontare ce ne sono veramente tante e sono tutte degne di grande attenzione. Dunque il mondo della scuola ripone ora le speranze sul futuro governo e spera con tutte le sue forze di non avere più cocenti delusioni, ma di guardare avanti con fiducia e speranza.
La scuola è stata per molti anni ritenuta la cenerentola della pubblica amministrazione ed ora vuole soltanto riconquistare il suo orgoglio e il suo riscatto.
Mario Bocola