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Dal Pd una petizione a tutela della scuola pubblica

Dopo il cambio di mano al vertice, Franceschini per Veltroni, e le ormai prossime elezioni Europee, il Partito democratico torna alla carica sul fronte della scuola proponendo un piano elaborato ed in netta contro-tendenza con quello messo in atto dall’attuale Governo. Lo fa il 1° aprile nella sede del gruppo parlamentare Pd alla Camera con una partecipata conferenza, davanti ad insegnanti ed associazioni di categoria, durante la quale presenta anche una petizione per lanciare una mobilitazione in difesa della scuola pubblica.
A spiegarne le ragioni sono il nuovo Segretario, Dario Franceschini, ed il responsabile del settore Educazione del Pd, l’ex Ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni: hanno ribadito che i forti tagli alla scuola programmati dal Governo sono un errore, una scelta dettata dal Ministro dell’economia Giulio Tremonti per ragioni puramente “contabili” e subita in maniera inerme dal responsabile del Miur, Mariastella Gelmini.
“La nostra opposizione continuerà ad essere durissima- ha detto Franceschini, dopo aver ascoltato gli interventi di diversi insegnanti, alcuni dei quali precari – e continueremo a denunciare gli otto miliardi di tagli alla scuola”. Una scelta, appunto, dettata solo da critieri “contabili”, senza curarsi degli “effetti devastanti che ne deriveranno sulla vita reale dei cittadini”.
La cosa peggiore, aggiunge Franceschini, è che il Governo, come per la crisi economica, “cerca di negare, di nascondere, di coprire” quello che sta accadendo. “Vedrete che anche oggi negheranno che esistono i tagli alla scuola, nonostante siano scritti nella Finanziaria”.
Il leader “a tempo” del Pd ha puntato l’indice su tre nodi che reputa imprescindibili: fermare la politica ad oltranza dei tagli agli organici, puntare sul tempo pieno e sulla sicurezza. Nel dettaglio bisognerà quindi “bloccare il licenziamento di 200mila precari – ha detto Franceschini – tanto più in un momento di crisi economica e mentre il presidente del Consiglio annuncia che nel mondo ci saranno 20 milioni di disoccupati; reintrodurre il tempo pieno; investire per le ristrutturazioni degli edifici scolastici, che cadono a pezzi. Il Governo si fermi – ha concluso il Segretario – e rinunci ad un’operazione davvero sbagliata. Se non lo fa troverà una grande mobilitazione, civile, pacifica, del mondo della scuola”.
Anche per Fioroni una delle gravi colpe del Governo è l’abbattimento del tempo pieno: “Loro hanno un’idea particolare del tempo-pieno: l’idea di bambini-pacchi postali che devono solo essere intrattenuti con un lungo dopo-scuola”. Per l’ex Ministro è anche l’idea del maestro unico, “chiedono a degli specialisti di diventare tuttologi”, senza contare “le scuole di montagna e dei piccoli comuni che chiudono” e che costringono i bambini a fare “come Heidi, chilometri a piedi se vogliono andare a scuola”. Quindi se non ci saranno cambiamenti di rotta la nostra scuola diventerà “più povera, più debole e più ingiusta”.
Anche per rispondere alle critiche che indicano l’opposizione passiva e arroccata dietro ai dinieghi è nata l’idea di una petizione decisamente propositrice. In essa il Pd propone, infatti, un piano nazionale straordinario per assicurare borse di studio, libri gratuiti per gli anni della scuola dell’obbligo, mense e trasporti; un progetto di aggiornamento dei docenti; un sistema di valutazione di scuole e insegnanti, gestito da una “autorità esterna”; un numero “certo e stabile di insegnanti e di organici funzionali; un programma di sperimentazione per migliorare “l’utilizzo delle risorse”; la riforma della scuola superiore e l’obbligo di istruzione fino a 16 anni, che deve “essere garantito e reso effettivo”; un sistema di “apprendimento per tutta la vita”; un piano di stabilizzazione e indennità di disoccupazione per i precari.
Per il mondo della scuola è davvero un peccato, è il caso di dire, che tanti buoni propositi provengano sempre da chi non governa.
 
Alessandro Giuliani

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