E’ iniziata oggi a Palazzo Chigi, alla presenza del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini, del ministro della Pubblica Amministrazione
Il Piano era già stato deciso e approvato da alcuni mesi allo scopo di eviterare la formazione di nuovo precariato in futuro, prevedendo assunzioni basate sul reale fabbisogno del sistema d’istruzione.
Il Piano triennale di immissioni in ruolo è, secondo il Governo, una risposta concreta al problema del precariato e delle graduatorie, e garantisce la stabilità del servizio scolastico ed educativo e le aspettative di quegli insegnanti abilitati iscritti nelle graduatorie ad esaurimento che prestano continuativamente da anni la propria attività tramite incarichi annuali.
Il Piano triennale di immissioni in ruolo è, secondo il Governo, una risposta concreta al problema del precariato e delle graduatorie, e garantisce la stabilità del servizio scolastico ed educativo e le aspettative di quegli insegnanti abilitati iscritti nelle graduatorie ad esaurimento che prestano continuativamente da anni la propria attività tramite incarichi annuali.
Il Piano è ad invarianza dei saldi di finanza pubblica e agisce in continuità e coerentemente con la politica di razionalizzazione. Proprio questa ottimizzazione, insieme al confronto con le parti sociali, rende possibili le immissioni in ruolo, incidendo positivamente sulla qualità dell’insegnamento e riducendo i tempi per l’assorbimento dei precari. Proprio per la continuità del servizio scolastico, nel Decreto per lo sviluppo, è previsto anche che le graduatorie vengano aggiornate ogni tre anni, con la possibilità di scegliere una sola provincia. Chi viene immesso in ruolo non può chiedere il trasferimento in altre province per un periodo di cinque anni.
Le ultime stime elaborate dal Ministero prevedevano che, grazie ai pensionamenti e alle immissioni in ruolo degli ultimi anni, il fenomeno avrebbe trovato una definitiva soluzione nel giro di alcuni anni. I provvedimenti contenuti nel Decreto per lo sviluppo consentono, all’interno del quadro di riorganizzazione del personale della scuola, di ridurre i tempi previsti e dunque di risolvere definitivamente un problema nato nei decenni passati nel corso dei quali si sono accumulati 250mila insegnanti abilitati, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento.