E’ stata inaugurata a Bergamo presso lo spazio Daste la mostra “Dal Rame al Metaverso” grazie all’iniziativa dell’azienda Valtellina, che ha l’obiettivo di raccontare senza l’ambizione di essere esaustiva, la storia delle telecomunicazioni fino ai più moderni sistemi digitali che ci catapultano nel nuovo contesto del Metaverso.
La mostra di Valtellina
Un museo “provvisorio” di natura culturale ed educativa molto adatto a giovani e studenti, i nativi digitali che nati nel mondo digitale meno conoscono il percorso tortuoso che ci ha portato oggi ad essere “sempre connessi” e non poter fare a meno del nostro smartphone.
La mostra è stata allestita con dei pannelli esplicativi i cui sono presenti reperti di materiali che raccontano la storia del settore telefonico e telematico. I visitatori hanno la possibilità di percorrere oltre 100 anni di storia lungo un percorso di evoluzione tecnologica nell’ambito delle telecomunicazioni, prima molto lenta con importanti scoperte ma lungo un periodo molto esteso, adesso sempre più veloci con tante scoperte in tempi brevissimi. La mostra riesce a mettere in evidenza anche l’importanza che hanno avuto queste evoluzioni tecnologiche nel progresso economico e sociale del nostro Paese.
Diversi materiali presenti nella mostra sono stati messi a disposizione dall’archivio storico di Torino da parte di TIM, storica società di telecomunicazioni, ex Telecom Italia ed ex SIP, che ha gestito per il nostro Paese la telefonia fissa e le prime reti telematiche. In particolare, l’Archivio Storico Tim, il più grande in Italia e fra i maggiori archivi storici d’impresa europei, custodisce il patrimonio documentario delle aziende pubbliche e private che nel XX secolo hanno costruito il sistema delle telecomunicazioni. La collaborazione fra Archivio storico Tim e Valtellina SpA in ambito culturale si è consolidata nel corso del tempo, generando anche specifiche pubblicazioni.
La mostra sarà aperta al pubblico ad ingresso gratuito fino al 20 novembre, tutti i giorni, presso lo spazio Daste (via Daste e Spalenga 13) dalle 17,30 alle 20,30.
La mancanza di un museo delle TLC
Iniziativa pregevole e di livello culturale elevato, peccato che la mostra sia attiva solo fino al 20 novembre e sia disponibile solo grazie ad una società privata.
Sarebbe interessante aprire un vero museo nazionale della telefonia e delle Telecomunicazioni, assente in Italia.
A Roma, per la precisione è presente un museo delle Poste e Telecomunicazioni dove è possibile ammirare reperti degli strumenti utilizzati dai grandi scienziati “da dove tutto è cominciato” come Meucci.
Quello che manca è un luogo dove i giovani di oggi possano ripercorrere la storia della telefonia fissa e mobile. Far vedere loro, le vecchie cabine telefoniche a gettoni, gli apparecchi a disco attaccati nelle pareti delle case, i primi cellulari grandi e pesanti o dispositivi come i teledrin che servivano per essere contattati anche fuori casa.
Insomma, chi oggi usa da sempre lo smartphone deve conoscere quello che erano le abitudini fino a pochi anni fa. Un itinerario tecnologico ma anche un percorso sull’evoluzione della società negli ultimi decenni.
Sarebbe un interessante percorso didattico per le scuole.