“I genitori sono bancomat per le casse delle scuole o sindacalisti dei figli. Le istituzioni scolastiche, dal Miur agli uffici scolastici regionali fino alle singole scuole, non riescono a farne gli alleati veri nel patto di corresponsabilità educativa che la legge, in nome della Costituzione, gli riconosce. La conferma, se l’esperienza quotidiana a scuola non bastasse, è arrivata oggi della prima indagine Isfol sulla conoscenza del sistema educativo da parte della popolazione adulta tra i 30 e i 54 anni di età, cioè la fascia in cui si trova la più ampia quota di genitori con figli in età di obbligo di istruzione”.
Questo è il commento di Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age (Associazione italiana genitori), dopo l’uscita dell’indagine “Disinformazione di sistema” dell’Isfol.
Quella che esce dal rapporto è un’immagine della scuola italiana piuttosto desolante: istituzioni scolastiche, incapaci a tutti i livelli, di informare in modo completo ed efficace le famiglie e i giovani sul sistema scolastico, soprattutto nei momenti di passaggio dalle medie alle superiori e dal diploma al mondo accademico o lavorativo.
Dall’indagine emerge che oltre il 50% delle famiglie avverte proprio l’inadeguatezza dell’informazione.
Senza contare la mancanza, in molti casi, di conoscenza dei principali obblighi di legge: il 23% ritiene che sia possibile per i ragazzi abbandonare gli studi a 14 anni, l’11% è incerto, il 4% non sa che esista un obbligo d’istruzione.
“Una lacuna preoccupante – osserva Azzolini – che riguarda un terzo degli italiani che è un campanello d’allarme anche per il fenomeno della dispersione scolastica, in Italia ancora troppo alta”.
Vediamo qualche altro dato: circa un terzo dei genitori ritiene che la scuola dell’infanzia sia obbligatoria, il 27% non sa che è stato soppresso l’esame al termine della scuola primaria. Molti genitori conoscono poco i segmenti formativi più professionalizzanti. A parte l’apprendistato, di cui però solo il 41% lo conosce come possibilità di assolvere il diritto dovere d’istruzione, poco noti sono i percorsi di Istruzione e Formazione (IeFp), che si confondono con gli istituti professionali. “Eppure, – scrive l’Age – sono percorsi che offrono garanzie occupazionali e di contrasto all’esclusione sociale e agli abbandoni scolastici. Sconosciuti anche gli IFTS e gli ITS, quest’ultimi confusi dal 40% dei genitori con gli istituti tecnici. Non va meglio con l’università: solo il 45% consce il sistema di istruzione terziaria”.
Questi risultati rappresentano un segno preoccupante sulla capacità comunicativa di tipo istituzionale nel garantire a tutta la popolazione le informazioni necessarie a supportare i giovani nel compiere scelte consapevoli, con ricadute importanti anche sull’efficacia delle attività di orientamento, in particolare nei momenti di snodo tra un ciclo e l’altro.
“Occorre quindi che la politica studi una strategia a 360 per raggiungere con più modalità e strumenti tutta la popolazione, in particolare la fascia più svantaggiata – conclude Azzolini -. Un vero piano nazionale di comunicazione che veda nelle associazioni genitori che operano nella scuola gli alleati nella formazione e nell’informazione degli altri genitori della scuola. Prevedendo in particolare azioni e momenti specifici di orientamento per le famiglie, non solo per i ragazzi. Formare informando per contribuire a scelte consapevoli così da elevare i livelli di istruzione, combattere la dispersione, l’esclusone e la disoccupazione. A guadagnarne saranno anche i minori costi sociali che questi fenomeni produrranno”.
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