Con il decreto del governo che fissa al 4 marzo la data del voto, inizia la campagna elettorale. Durerà 65 giorni, tempo massimo previsto dalla legge (il minimo è 45 giorni).
La transizione è affidata al governo Gentiloni, con poteri di ordinaria amministrazione essendo state sciolte le Camere.
La XVII legislatura è stata caratterizzata da 3 diversi governi di coalizione: il governo Letta (30 aprile 2013 – 21 febbraio 2014), il governo Renzi (22 febbraio 2014 – 11 dicembre 2016) e il governo Gentiloni (dal 12 dicembre 2016).
Quello di Enrico Letta è il 62mo governo della Repubblica e il più breve della legislatura. Dura 300 giorni, dal 28 aprile 2013 al 21 febbraio 2014. Parte come governo di larghe intese, con il sostegno del Pd, ma anche di Berlusconi e Monti. Ma quando l’ex premier viene condannato per frode fiscale e poi decade dal Senato i ministri di FI se ne vanno, tranne Alfano che tiene in piedi la maggioranza.
Il governo guidato da Matteo Renzi è il quarto più lungo della storia repubblicana; resta in carica 1024 giorni, cioè 2 anni, 9 mesi e 20 giorni. Nato il 22 febbraio 2014,
dopo la vittoria di Renzi alle primarie del Pd e una direzione del partito che chiede una “svolta” per il governo, finisce con le dimissioni del premier il 12 dicembre 2016, dopo la sua clamorosa sconfitta al referendum costituzionale.
Il terzo governo della legislatura, presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, è il 64mo della Repubblica e si insedia il 12 dicembre 2016. È in carica da 382 giorni, poco più di un anno e vi resterà anche dopo lo scioglimento delle Camere, mantenendo i pieni poteri per il “disbrigo degli affari correnti” non solo fino alle elezioni ma anche dopo, finché non si insedierà un nuovo esecutivo.
Sono stati tre i ministri che si sono succeduti a Viale Trastevere. Maria Chiara Carrozza, scienziata, Stefania Giannini, docente di glottologia e Valeria Fedeli, ex sindacalista della Cgil.
La legislatura sarà ricordato, soprattutto, per la legge 107, la cosiddetta “Buona Scuola”.
Ecco il report di Open Polis per Agi
La legge 107, ribattezzata da Matteo Renzi “La Buona Scuola”, entrata in vigore il 16 luglio del 2015, aveva promesso riforme ambiziose, tra le quali l’autonomia scolastica; la chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi; un piano straordinario di assunzioni; risorse stabili per la formazione e la valorizzazione dei docenti; investimenti ad hoc per i laboratori e per il digitale; l’alternanza scuola-lavoro per gli studenti.
A due anni di distanza si può delineare un bilancio fatto di luci e di ombre, non senza polemiche (come lo sciopero del 5 maggio 2015).
Di recente l’Ocse ha promosso i nuovi dispositivi della Buona Scuola come strumenti di crescita economica.
Con la Buona Scuola ci sono stati comunque tre miliardi in più a regime sul capitolo istruzione. Le assunzioni sono effettivamente avvenute: oltre 87.000 solo nel 2015 (a fronte di una media di 24.000 all’anno), però ne erano state messe in conto 150.000, numero poi ridotto a 100.000. La chiamata diretta dei docenti si sta rivelando un meccanismo farraginoso e in gran parte inattuato, si lamentano i sindacati.
Per quanto riguarda il numero delle supplenze conferite annualmente, nel secondo anno di attuazione della legge, erano addirittura cresciute per effetto dei trasferimenti temporanei dei docenti, quest’anno invece si è scesi sotto le 90.000 cattedre coperte con supplenze e questo segna un’inversione di tendenza rispetto al passato degli ultimi 10 anni.
Durante la legislatura via libera anche al concorso docenti, nel 2016, e a quello per i dirigenti scolastici che si terrà nel 2018.
Le graduatorie delle scuole superiori e medie sono praticamente svuotate, quelle delle primarie e della scuola d’infanzia sono invece esplose a causa dei ricorsi dei diplomati magistrali. La riforma ha reso obbligatoria l’alternanza scuola-lavoro per un milione e mezzo di studenti ma spesso gli imprenditori, soprattutto i piccoli e medi, hanno difficoltà ad affiancare ai ragazzi un tutor che li segua nel percorso di apprendistato.
Si è parlato molto in questa legislatura anche di edilizia scolastica e di scuole aperte fuori dal normale orario, gratis. Per la prima volta l’Italia si è dotata a maggio 2015 di una programmazione nazionale triennale degli interventi di edilizia scolastica per il periodo 2015/2017. Quattro miliardi di euro sono stati spesi a metà settembre 2017 per mettere in sicurezza le scuole, migliorarle e adeguarle alle normative. Quasi 12mila gli interventi fatti, per un totale di poco più di 7.100 scuole interessate (su un totale di 42mila edifici).
Per potenziare l’offerta scolastica pomeridiana sono stati fatti 900 milioni di bandi nell’ultimo anno.
La ministra Fedeli ha provato ad avviare un dialogo con le organizzazioni degli studenti, ma non è riuscita a evitare i cortei e le manifestazioni che si ripropongono ogni anno all’avvio dell’autunno. Il 13 ottobre scorso le strade di 70 città italiane si sono riempite di studenti che protestavano contro l’alternanza e ci sono stati momenti di forte tensione.
In questo ultimo scorcio di legislatura sono scesi in sciopero anche i professori ordinari, gli associati e i ricercatori di 79 università per la questione degli scatti di anzianità congelati. Il risultato è che da Torino a Palermo è saltato il primo appello della sessione autunnale.
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