Categorie: Attualità

Dalla carta igienica al toner. La scuola a spese di genitori e insegnanti

Continua il nostro sondaggio sui problemi più frequenti nelle scuole. Oltre a quelli di edilizia e sicurezza, molti lettori sui nostri canali social raccontano di altri disagi.

Il dibattito si è aperto con lo sfogo di una mamma di Napoli su Facebook: “Altro che ‘Buona Scuola’, a scuola hanno chiesto ai genitori di comprare il tappetino per fare palestra o addirittura il rotolone della carta igienica“.
A partire da questo video postato sulla nostra bacheca, molti altri genitori e insegnanti hanno fatto eco alla protagonista del video: “Io lo porto da 4 anni( il rotolone). La lista me lo danno proprio il primo giorno di scuola, ma i libri neanche adesso sono arrivati. E possibile?” oppure: “Risma, carta igienica, scottex, sapone, fazzolettini di carta. Ultimamente alcune classi hanno aggiunto una confezione da sei bottiglie da due litri d’acqua a bambino”.
Molti hanno denunciato altre lacune, come “noi non abbiamo le sedie e facciamo il giro delle aule per recuperare quelle dei bimbi assenti” oppure per quanto riguarda le strumentazioni e apparecchiature, normalmente a carico della scuola: “Noi insegnanti ci compriamo il toner…
Emerge quindi, che in molte scuole d’Italia, alcune spese che vanno dalle fotocopie al materiale didattico, fino a carta igienica, saponi o dotazioni per palestre e aule, sono a carico di genitori e insegnanti.
Il fatto più impressionante è la “prassi” con cui si va avanti a spese di genitori e insegnanti che si sostituiscono alle istituzioni e agli enti locali: “Sono un insegnante e, dall’inizio dell’anno scolastico, le mie colleghe ed io abbiamo speso già, di tasca nostra, 138 euro per non gravare sulle famiglie e consentire ai nostri bambini di lavorare ed imparare. Che faccio? Mando gli scontrini alla Giannini?” 

Come fa notare una lettrice, il problema persiste da molti anni: “Io, ex insegnante non ho mai trovato nei bagni dei prof. in 36 anni di servizio nè carta igienica nè saponi…immaginatevi nei bagni dei ragazzi (scuola media inferiore), di che stiamo parlando? E’ un problema vecchio quanto la scuola e nessuno mai se ne è interessato”.

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Fabrizio De Angelis

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