I lettori ci scrivono

Dalla Legge 107 alle sfide del nuovo Governo

La 107 è stata una ‘milestone’ nella controversa e discutibile legislatura a trazione PD.
Tale Legge, un obbrobrio senza precedenti nella storia repubblicana, prevedeva un Piano di Assunzioni straordinario che, infischiandosene di un collaudato (ma perfettibile) sistema di reclutamento fondato sul merito, e’ stato basato su una domanda VOLONTARIA che gli aspiranti facevano indicando 100 Provincie del territorio nazionale.
Inutile, dopo tre anni, disquisire sull’evidente disastro gestionale e sugli strascichi che la Scuola, in primis, continuerà a patire per anni a causa di questa Legge; per non parlare delle ingiustizie che il Governo, con la maliziosa complicità dei sindacati più rappresentativi, ha operato ai danni dei precari delle GaE che non si sono piegati ad un progetto tanto lacunoso quanto moralmente discutibile e che permangono in uno stato di afasia.
La legge 107 senza giri di parole è stata una ‘porcheria’, tuttavia erano note le modalità di assunzione e anche quelle di assegnazione delle cattedre (sebbene ci siano seri dubbi sull’efficienza e trasparenza dell’algoritmo usato).
Era nota l’assurda divisione in ‘fasi’ che, di fatto, favorivano gli aspiranti con punteggio più basso. Era noto tutto e, come recentemente qualche politico ha fatto notare in un incontro con i soliti “deportati”, era tutto ‘perfettamente scritto in italiano’, lingua ufficiale del nostro amato Paese.
Nonostante queste premesse, moltissimi aspiranti docenti hanno VOLONTARIAMENTE sottoposto domanda consci delle condizioni o, forse maliziosamente, speranzosi che le promesse sottobanco ricevute dagli azzeccagarbugli sindacali si tramutassero in realtà.
E’ stato così, infatti, che ‘fatta la legge, si e’ trovato l’inganno’: una serie indecente di deroghe alla Legge 107 che, di fatto, non solo l’hanno ‘snaturata’ ma hanno privilegiato alcuni a danno di altri (i precari rimasti in GaE).
In quel famoso agosto 2015, le deroghe non erano note, le assegnazioni provvisorie selvagge nemmeno, così come gli effetti delle sentenze sull’algoritmo e i posti scomparsi sul potenziamento.
Le deroghe non si possono certo negare, anche se non tutti gli strilloni, forse, ne hanno beneficiato.
Le deroghe hanno prontamente spazzato via la serenità di chi ricordò e tenne conto da subito di avere famiglia, affetti e problemi, e “prima” di cliccare sul bottone di invio.
Da tre anni si assiste ad una ignobile mistificazione della realtà e ciò, ovviamente, non e’ serio nè onesto, a maggior ragione se proviene da una categoria (quella degli insegnanti) che dovrebbe essere esempio di rettitudine e onestà intellettuale.
Da uomo, prima ancora che da docente ingiustamente privato del mio ruolo a causa di queste “sanatorie”, mi auguro che chi vergognosamente si definisce “deportato” o, ancora peggio, parla di ‘genocidio’, ritorni a casa propria. Il mio e’ un augurio fatto col cuore, MA mi auguro che, dopo tre anni di ingiustizie, questo sia un “ritorno” che non danneggi nessun’altra categoria di docenti.
Da cittadino e da insegnante mi aspetto che il compito del nuovo Governo Lega-M5S sia prioritariamente quello del ripristino della legalità e dell’attuazione di tutta una serie di misure che  diano fiato a chi ha subito ingiustizie. O no?
Marco Saglimbene
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