Dalla megamanifestazione di ieri alle riflessioni di oggi
Ci sono fatti che accadono a seguito di una maturità acquisita e una presa di coscienza senza un progetto o un piano prestabilito. Ci sono fatti che accadono senza che la stessa società riesca a spiegarsi i motivi, eppure c’è una ragione per ogni cosa.
La notizia d’apertura di tutti i giornali e telegiornali e giornali radio in questi giorni riguarda la scuola; le manifestazioni contro il decreto Gelmini e di come l’indice dei consensi nei confronti del governo sia in caduta libera.
La megaprotesta di ieri, che continua ancora in forma diversificata nelle scuole e nelle università, non nasce solo dal rischio che la scuola pubblica possa essere “devastata” dalle nuove modifiche introdotte dalla legge n. 133 e dall’approvazione del decreto della Gelmini, avvenuta il 29 ottobre; a prepararla non è stata la “sinistra”, che ha anche la sua parte di colpa nei confronti della scuola, ma un insieme di cose che hanno fatto saltare “il tappo”.
Il crollo delle borse degli ultimi giorni che ha colpito soprattutto i risparmiatori che poco hanno e quel poco tengono caro (anche se il governo sta pensando di tutelare i risparmi della gente con specifici interventi) ha fatto entrare in ansia milioni di italiani; il caro vita che galoppa già dal ritorno dalle ferie di questa estate; le difficoltà che hanno le famiglie medie ad arrivare a fine mese; l’incertezza del posto di lavoro, anche per quelli che lo possiedono a tempo indeterminato ma soprattutto, il rischio, cosa ancor più grave, di vedersi negare un futuro, ha preparato l’humus affinché scoppiasse la protesta. Una protesta che per la prima volta nella storia delle proteste ha visto uniti tutti, come dire, nel “dolore” si solidarizza.
E ora, mentre il dramma vero continua a ribollire come nei tini il mosto, il governo che fa? disquisisce su di chi può essere la colpa dei tafferugli di piazza Navona a Roma usando quella solita logica già smentita da testimonianze (leggasi l’articolo di Cruzio Maltese, La Repubblica online 30/10/08) e filmati e registrazioni audio.
Il sottosegretario all’Interno, Francesco Nitto Palma, alla Camera stamani ha dichiarato “Gli scontri più duri di piazza Navona dell’altro ieri sono stati avviati da un gruppo di circa 400-500 giovani dei collettivi universitari e della sinistra antagonista che è venuto a contatto con gli esponenti di Blocco Studentesco (giovani di destra)”. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intanto, nella mattinata di oggi ha ricevuto una delegazione di studenti universitari