Dopo aver ricordato il 70° anniversario dello sbarco in Sicilia del 1943, il liceo classico “Nicola Spedalieri” di Catania propone un altro momento di riflessione culturale su due rilevanti tematiche: la Shoah, da poco ricordata con il “Giorno della memoria” il 27 gennaio (su tale celebrazione rimandiamo ad altro articolo pubblicato lo scorso 27 gennaio sul questo sito), e la seconda guerra mondiale, vista dall’originale prospettiva degli albi a fumetti tra il 1930 e il 1940.
Promosso ed organizzato dal liceo classico “Spedalieri” e dalla Provincia Regionale di Catania, nel pomeriggio dell’11 febbraio (nel capoluogo etneo, presso il complesso “Le Ciminiere” in Viale Africa) si terrà un incontro dal titolo “Dalla persuasione all’eliminazione. La propaganda dei fumetti e la violenza dei lager nell’individuazione del nemico”.
Nell’ambito dell’iniziativa sono state realizzate due mostre: “Questo è un uomo. Auschwitz – Birkenau”, con foto di Alberto Dal Bello, e “I fumetti nella bufera della seconda guerra mondiale”, a cura di Bruno Caporlingua.
Dopo i saluti del dirigente scolastico del liceo classico catanese, Alfio Pennisi, e del segretario generale della Provincia regionale di Catania, Francesca Ganci, interverranno proprio Dal Bello e Caporlingua.
Nel pomeriggio dell’11 febbraio verrà presentato un Dvd (“II silenzio dei campi”), elaborato dal fotografo Dal Bello, che consentirà un’ulteriore riflessione sul tema dei campi di concentramento, e un video di Bruno Caporlingua sulla suddetta rassegna di albi a fumetti.
Sull’esposizione fotografica, Dal Bello spiega: “è mostrato l’ex campo di Auschwitz-Birkenau, il più noto luogo di genocidio e il più grande cimitero di popoli del mondo: ebrei, cechi, jugoslavi, francesi, polacchi, austrìaci, russi, italiani. Le immagini proposte non sono ritoccate e cercano solo di essere un esperanto accessibile a tutti, nella convinzione che è più efficace una immagine realizzata con ritegno che una fatta con sdegno”.
Sull’esposizione fotografica, Dal Bello spiega: “è mostrato l’ex campo di Auschwitz-Birkenau, il più noto luogo di genocidio e il più grande cimitero di popoli del mondo: ebrei, cechi, jugoslavi, francesi, polacchi, austrìaci, russi, italiani. Le immagini proposte non sono ritoccate e cercano solo di essere un esperanto accessibile a tutti, nella convinzione che è più efficace una immagine realizzata con ritegno che una fatta con sdegno”.
Il curatore della mostra sui fumetti, Bruno Caporlingua, presenta così la rassegna: “con la mostra / fumetti nella bufera della 2° guerra mondiale, la Fondazione Marco Montalbano di Viagrande (CT) ha voluto attirare l’attenzione dei ragazzi sull’uso propagandistico fatto da regimi dittatoriali e da governi eletti democraticamente dei fumetti, un prodotto di intrattenimento per ragazzi, trasformato in un tremendo mezzo di propaganda a favore della guerra, al pari di quanto avvenuto per cinema, radio, editoria e arte in genere. Nel 1932 un editore, Lotario Vecchi, ebbe l’idea di proporre un settimanale per ragazzi con storie in cui le vignette, con testi sottostanti, presentavano anche nuvolette uscenti dalle bocche dei personaggi contenenti il loro ‘parlato’. Era nato il fumetto in Italia. Il regime fascista decise di sfruttarlo a proprio vantaggio, imponendo a editori, redattori e autori di adeguarsi alle direttive fasciste proponendo racconti zeppi di propaganda e inneggianti al regime, contro un nemico descritto in termini dispregiativi. Dal 1938 in poi il Ministero della Cultura Popolare aumentò pressioni e censura fino a far inaridire definitivamente la fantasia degli autori che proposero insulse storie apologetiche, con conseguente chiusura delle testate. Anche in Gran Bretagna, in Francia e in Usa il governo utilizzò i comics per spiegare la guerra ai ragazzi in termini accettabili, denigrando gli avversari, usando personaggi femminili dei fumetti come pin-up per i soldati, convincendo il lettore della validità della guerra”.
L’allestimento delle mostre ha visto la partecipazione degli alunni del liceo classico “Spedalieri” di Catania (e-mail [email protected] ), che si trova in Piazza A. Ricco, dove sarà possibile visitare le mostre sino al 22 febbraio. Orari di apertura: agli studenti (per gruppi classe) dal lunedì al sabato (ore 8.30 -13.00); al pubblico, martedì e giovedì (ore 15.30-18.00).
Per informazioni e prenotazioni: Dipartimento di Storia e Filosofia – Liceo classico “N. Spedalieri” – Tel. 340-0046813 ; 333-4578369.