Come abbiamo anticipato, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha rilasciato una lunga intervista Italia Oggi, sull’onda dell’entusiasmo per la firma del contratto scuola nella sua sezione economica, che ha segnato una ritrovata sintonia tra ministero e sindacati.
Dalla scuola affettuosa dell’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi alla scuola amica di Giuseppe Valditara, questo sembra il passaggio, alla luce delle dichiarazioni del nuovo inquilino di viale Trastevere. Un cambio di retorica o un cambio di fatti? Di certo un cambio di visione, dato che il riferimento del Ministro Valditara è all’eccesso di burocrazia (un tema poco preso in considerazione dal suo predecessore) che mette in ginocchio le segreterie, gli stessi insegnanti e anche gli uffici territoriali alle prese con le nomine a supplenza.
“Ho appena istituito una commissione di esperti per una radicale semplificazione delle procedure – spiega Giuseppe Valditara – perché voglio liberare docenti, dirigenti scolastici, personale amministrativo dai lacci della burocrazia”.
“Intendo agire su tre fronti – spiega – quello legislativo, quello regolamentare e quello procedimentale. I primi aspetti saranno proprio, tra gli altri, quelli relativi alla gestione delle supplenze, alla semplificazione degli acquisti, soprattutto quelli di minor valore, e al fascicolo del docente. Come in altri settori si rivendica la necessità di uno Stato amico, penso ad esempio ad un Fisco non più arcigno, anche la Scuola deve diventare una Scuola amica, cioè vicina ai cittadini e che sappia motivare chi ci lavora. E una Scuola amica è anzitutto una scuola sburocratizzata”, ha concluso il ministro, in piena sintonia su questo tema – va riconosciuto – con gli insegnanti che da sempre chiedono di potersi concentrare più sulla didattica e meno sulle scartoffie.
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