Home Attualità Dall’Ucraina altri bambini nelle nostre scuole, per loro anche assistenza psicologica

Dall’Ucraina altri bambini nelle nostre scuole, per loro anche assistenza psicologica

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Mentre prosegue il flusso di migranti in fuga dalla guerra, per 12 bambini ucraini dai 6 ai 12 anni sono i primi giorni di scuola in Italia, a San Lazzaro, nel bolognese.

“Sono tutti molto emozionati” dice una mediatrice, specie quando vedono i loro coetanei che cantano e sventolano le bandierine dell’Ucraina.

Ospiti con le loro mamme (in patria papà e nonni), all’ex Covid hotel, all’arrivo a scuola hanno trovato pronto uno zaino, con quaderni, penne e astuccio, tutto materiale donato dai cittadini di San Lazzaro. La scuola è questo.

La sindaca di San Lazzaro Isabella Conti si predispone all’accoglienza anche dei più piccoli: “Tra qualche giorno avremo l’inserimento nella scuola dell’infanzia e siamo certi che anche attraverso la scuola e il dialogo con i loro coetanei, si possa far sentire questo senso d’accoglienza. Ai bimbi che abbiamo accompagnato questa mattina ho detto che c’erano tanti amici che non vedevano l’ora di incontrarli e che si sarebbero sicuramente trovati bene”.

Assistenza psicologica

Ma il piano di accoglienza e solidarietà voluto dal ministro dell’Istruzione Bianchi, avverte la sindaca, non potrà prescindere dall‘assistenza psicologica, poiché l’amicizia con i compagni di scuola curerà certo alcune ferite interiori, ma non tutte. 

Lo stesso ministero dell’Istruzione ha previsto esplicitamente il ricorso all’assistenza psicologica, come abbiamo anticipato. In una NOTA del 4 marzo, infatti, il MI evidenzia come la gravità e la repentinità degli eventi occorsi possano aver determinato, soprattutto sui più piccoli, ricadute traumatiche che necessitano di adeguato supporto psicologico. A tal fine, le scuole potranno impiegare i fondi destinati dall’art. 1, comma 697, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di Bilancio 2022), per fornire assistenza psicologica anche agli studenti e alle famiglie ucraini il cui disagio connesso all’emergenza epidemiologica è stato pesantemente aggravato dagli eventi bellici patiti.

LA NOTA