“La disaffezione aumenta. Le persone sono scoraggiate dalla crisi economica e non tentano nemmeno di cercare un lavoro: sono i cosiddetti “Net””, Il governo dovrebbe occuparsi di riformare i centri per l’impiego. Bisogna fare riforme e non solo a parole, incentivando la sintonia fra centri privati e statali”.
Dai dati raccolti dalla commissione Lavoro della Camera, emerge che circa 7 milioni di italiani sono coinvolti in problemi occupazionali e che il tasso di disoccupazione fra chi ha meno di 29 anni oscilla intorno al 40 per cento.
E a questo proposito Damiano spiega a tempi.it che “la drammatica situazione occupazionale soprattutto dei giovani rimarrà inalterata se il Governo non provvederà a fare delle riforme. Una delle cause è l’attuale legge pensionistica promossa da Elsa Fornero. Portare in alto l’età pensionistica fino a 67 anni ha bloccato il ricambio generazionale sul posto di lavoro, e il blocco del turn over ha rallentato l’inserimento dei giovani nel lavoro”.
Per risolvere parte del problema Damiano dice che la questione centrale è legata all’apprendistato.
“Dovremmo evitare che la legislazione inventasse nuove norme sul lavoro dedicate ai giovani che cannibalizzano l’apprendistato, quando invece dovrebbe essere valorizzato. Questo strumento – insiste Damiano – è sottoutilizzato, anche a causa della distrazione generale sul tema. Non se ne parla abbastanza. Per favorirne l’uso la commissione ha avanzato una proposta, poi recepita dal governo Letta, di sperimentare l’apprendistato in forme di alternanza scuola lavoro. Nel decreto Carrozza, c’è stato un passo in avanti sulla questione della disoccupazione giovanile – conclude Damiano -. C’è infatti una norma importante che apre le porte del lavoro ai giovani provenienti dalla scuola secondaria, a partire dai diciassette anni, anche utilizzando il periodo estivo come prova”.