Attualità

Danesi: “Farò la maestra alle elementari, troppi genitori interferiscono”

Anna Danesi, capitana della nazionale femminile di pallavolo, alta 195 cm, sguardo da cerbiatto, una rigidità morale e un culto del lavoro, un carattere pacato che le vale la nomea di leader silenziosa, due lauree, una in Scienze Motorie l’altra in Scienze dell’Alimentazione, e ora studia per la terza in Psicologia con tesi sulla leadership nell’insegnamento, ha le idee chiare sul futuro: “Vorrei lavorare con i più piccoli. Nel nostro sistema scolastico lo sport non ricopre il giusto ruolo”.

Nel corso di una intervista al Domani, commentando la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi, ha pure dichiarato che “Nello sport femminile c’è da sfatare il concetto di amicizia come favoletta per costruire una squadra. In una squadra è invece fondamentale avere un obiettivo comune, remare tutte insieme dalla stessa parte. Sono nata nel 1996 quindi non ho vissuto la Generazione dei Fenomeni con i trionfi dei suoi azzurri negli anni 90”

“Nello sport – ha continuato- si riparte da zero, sempre. Anzi, quando si vince tanto poi si ha ancora più fame. Lo vogliamo dimostrare al prossimo Mondiale in Thailandia”.

E quindi aggiunge che dopo le altre lauree, quella in in Psicologia con tesi sulla leadership nell’insegnamento, le serve per “ottenere i crediti formativi per l’abilitazione all’insegnamento. Voglio diventare maestra di educazione fisica alle elementari. Nel nostro sistema scolastico lo sport non ricopre il giusto ruolo che meriterebbe, c’è pure il problema delle molte palestre fatiscenti, ma vorrei lavorare con i più piccoli. Sperando di non aver troppo a che fare con i genitori. Ho molti amici che sono allenatori di squadre giovanili e mi raccontano cose assurde: genitori che intervengono, anche a casaccio, vanno dai coach a dire loro cosa devono fare, in cosa sbagliano. A volte fatico a capire questo mondo”.

E ciò che soprattutto la disturba, sarebbero: “La mancanza di educazione. La poca inclinazione all’ascolto. Ma soprattutto la mancanza di dialogo, siamo tutti connessi ma noto che la gente non riesce a comunicare”.

Redazione

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