Ci sono aggiornamenti sul caso di Daniela Lo Verde, la dirigente scolastica antimafia di un istituto di Palermo arrestata l’anno scorso per aver sottratto soldi, accusata di corruzione e peculato. La donna ha patteggiato una condanna a due anni e sei mesi. Lo riporta Il Giornale di Sicilia.
Due anni la pena patteggiata dal coimputato, il vicepreside. Entrambi hanno risarcito il danno. Per i due è stata accolta l’istanza di sostituzione della pena con lo svolgimento di lavori di pubblica utilità.
Oltre a sottrarre dalla mensa scolastica i beni alimentari acquistati con i fondi europei, in cambio di regali avrebbero affidato a un negozio di informatica, la fornitura dei dispositivi elettronici acquistati per gli studenti.
La dirigente scolastica “antimafia” Lo Verde è stata arrestata nell’aprile del 2023 e posta agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e peculato. La donna avrebbe rubato spesa, pc e tablet per i bambini.
Le indagini, fatte partire dopo la denuncia di una ex docente della scuola, hanno restituito un’immagine diversa della preside, grazie a telecamere e microfoni nascosti che hanno potuto inchiodare la donna.
Le indagini, fatte partire dopo la denuncia di una ex docente della scuola, hanno restituito un’immagine diversa della preside, grazie a telecamere e microfoni nascosti che hanno potuto inchiodare la donna. Quello che emerge dalle intercettazioni, riportate da La Repubblica, è alquanto scioccante: “Arrivano soldi da tutte le parti”, dicevano gli indagati. E lei: “Quindi? Me ne vado in carcere… il carcere c’è”.
“Questi me li voglio portare a casa”, diceva la preside alla figlia, parlando dei generi alimentari comprati con i fondi europei per le famiglie bisognose. “Poi li mettiamo da parte”. “Questa cosa di origano mettila pure per casa”. La figlia chiedeva: “Questa pure per casa? La giardiniera?”. E la preside rispondeva: “Un paio di barattoli”. Poi aggiungeva: “Quelle mettile in un sacchetto, quello non si può scendere”. Il giorno dopo la preside riempì un sacchetto con del cibo destinato alla mensa scolastica. Le telecamere piazzate dai carabinieri hanno ripreso Daniela Lo Verde e il vice preside che caricavano i sacchetti in auto.
“Me li metti le cose in macchina per favore? La pianta e quella cassa”. Il vice preside commentava: “La cassa è pesante, che dici”. Arrivata a casa, la preside chiamava la figlia: “Amore, io ho diversi sacchetti, che fa ti secca scendere?”. Un’altra volta, diceva al vice preside: “Quel condimento te lo mangi giusto? Cioè te lo porti”. “Che cos’altro le può servire?”, diceva ancora la preside parlando di sua madre: “Questi sono disinfettanti… me li porto io”.
Qualche giorno dopo, le telecamere hanno ripreso il vice che riempiva il suo zainetto con succhi di frutta, flaconi di igienizzante per le mani e mascherine Ffp2. Erano loro stessi che parlavano di “spesa”. “Ti prendi la spesa?”, diceva lui. E lei: “Certo, me la vado portando”. “Io qualche pancake me lo voglio portare”, diceva la figlia. E la preside rispondeva: “No ce ne sono a casa, per ora lasciali qui. A casa manco c’è spazio”. La figlia rispondeva: “Allora li levo”. La madre proponeva: “I bicchierini di tè se vuoi te li puoi prendere”.
Ciò che sorprende è anche il fatto che dalla ditta da cui ordinava i generi alimentari la dirigenza della scuola ha richiesto anche della birra, cosa curiosa in quanto i beni dovevano essere destinati a dei bambini. Ecco altre frasi choc emerse dalle registrazioni: “Li puoi prendere e li metti nel sacchetto”, ripeteva la preside. E dopo la spesa, i tablet. “Quindi anche il computer vuoi? Il computer pure?”, diceva la figlia. E lei rispondeva: “Ora? Se vuoi ce lo portiamo”. Poi suggeriva di “mettere la macchina più vicino… ancora ci sono questi detersivi da prendere”.
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