Emergono nuovi inquietanti dettagli sulla vicenda relativa a Daniela Lo Verde, la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Giovanni Falcone nota per essere paladina della legalità, premiata anche con il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica ai domiciliari da oggi con l’accusa di corruzione e peculato.
Le indagini, fatte partire dopo la denuncia di una ex docente della scuola, hanno restituito un’immagine diversa della preside, grazie a telecamere e microfoni nascosti che hanno potuto inchiodare la donna. Quello che emerge dalle intercettazioni, riportate da La Repubblica, è alquanto scioccante: “Arrivano soldi da tutte le parti”, dicevano gli indagati. E lei: “Quindi? Me ne vado in carcere… il carcere c’è”.
“Questi me li voglio portare a casa”, diceva la preside alla figlia, parlando dei generi alimentari comprati con i fondi europei per le famiglie bisognose. “Poi li mettiamo da parte”. “Questa cosa di origano mettila pure per casa”. La figlia chiedeva: “Questa pure per casa? La giardiniera?”. E la preside rispondeva: “Un paio di barattoli”. Poi aggiungeva: “Quelle mettile in un sacchetto, quello non si può scendere”. Il giorno dopo la preside riempì un sacchetto con del cibo destinato alla mensa scolastica. Le telecamere piazzate dai carabinieri hanno ripreso Daniela Lo Verde e il vice preside che caricavano i sacchetti in auto.
“Me li metti le cose in macchina per favore? La pianta e quella cassa”. Il vice preside Daniele Agosta commentava: “La cassa è pesante, che dici”. Arrivata a casa, la preside chiamava la figlia: “Amore, io ho diversi sacchetti, che fa ti secca scendere?”. Un’altra volta, diceva al vice preside: “Quel condimento te lo mangi giusto? Cioè te lo porti”. “Che cos’altro le può servire?”, diceva ancora la preside parlando di sua madre: “Questi sono disinfettanti… me li porto io”.
Qualche giorno dopo, le telecamere hanno ripreso il vice che riempiva il suo zainetto con succhi di frutta, flaconi di igienizzante per le mani e mascherine Ffp2. Erano loro stessi che parlavano di “spesa”. “Ti prendi la spesa?”, diceva lui. E lei: “Certo, me la vado portando”. “Io qualche pancake me lo voglio portare”, diceva la figlia. E la preside rispondeva: “No ce ne sono a casa, per ora lasciali qui. A casa manco c’è spazio”. La figlia rispondeva: “Allora li levo”. La madre proponeva: “I bicchierini di tè se vuoi te li puoi prendere”.
Ciò che sorprende è anche il fatto che dalla ditta da cui ordinava i generi alimentari la dirigenza della scuola ha richiesto anche della birra, cosa curiosa in quanto i beni dovevano essere destinati a dei bambini. Ecco altre frasi choc emerse dalle registrazioni: “Li puoi prendere e li metti nel sacchetto”, ripeteva la preside. E dopo la spesa, i tablet. “Quindi anche il computer vuoi? Il computer pure?”, diceva la figlia. E lei rispondeva: “Ora? Se vuoi ce lo portiamo”. Poi suggeriva di “mettere la macchina più vicino… ancora ci sono questi detersivi da prendere”.
Immediate, ovviamente, sono state le reazioni a questa torbida faccenda da più parti. Ecco le parole del sindacato Usb: “L’arresto della preside Daniela Lo Verde, dirigente scolastica dell’IC Falcone allo Zen di Palermo (nonché cavaliere del lavoro in quanto paladina dell’antimafia!), e del suo primo collaboratore è solo la punta di un iceberg di un sistema di potere ormai sedimentato nella scuola pubblica statale. Da anni USB denuncia le modalità di gestione delle scuole da parte di dirigenti scolastici e staff del dirigente, che spesso porta ad una gestione oscura dei progetti PON, dei fondi per la contrattazione d’istituto, delle gare di appalto per le ditte esterne e ora anche dei fondi del PNRR. Nella totale solitudine sindacale, perché la maggior parte dei dirigenti scolastici sono iscritti a Cgil, Cisl, Uil e Anp, chiediamo la rotazione quinquennale dei dirigenti scolastici per rompere questo sistema di potere. È inaccettabile che esistano dirigenti scolastici che da 15/20 dirigano la stessa scuola, con staff consolidati e la creazione di un sistema di potere oscuro. L’anticorruzione è la prima a chiedere questa rotazione, noi crediamo che sia arrivato il momento di dare seguito a questa richiesta, visto l’arrivo massiccio nelle scuole dei fondi del PNRR e quelli destinati ai tutor/orientatori. La scuola pubblica statale non è esente da dinamiche corruttive, è arrivato il momento di operare controllo adeguati e garantire limpidezza nella gestione dei soldi pubblici, dei beni comuni e destinati alla crescita e all’istruzione dei nostri studenti”.
La senatrice M5S Barbara Floridia, presidente della commissione di vigilanza Rai, ha commentato su Facebook così: “Rabbia, tanta rabbia. Ma anche sconcerto e dolore. Questo si prova vedendo le immagini che giungono da Palermo, dove i carabinieri hanno filmato e intercettato la preside dell’Istituto Giovanni Falcone, nel quartiere Zen, che insieme ad altre persone avrebbero sottratto pc, tablet e addirittura cibo della mensa destinato ai bambini. Al netto di quelle che saranno gli esiti delle indagini, mi chiedo come si possa tradire la propria missione di preside e di insegnante arrivando a utilizzare la propria scuola, un luogo sacro e il nostro bene comune più prezioso, in maniera così criminosa. Saranno i giudici a stabilire le responsabilità penali, ma quelle immagini restano una ferita difficile da rimarginare. Oggi più che mai esprimo vicinanza alla comunità scolastica della scuola Falcone e di tutto il quartiere Zen di Palermo, e soprattutto rivolgo un pensiero all’insegnante che ha denunciato e grazie alla quale tutto questo è riuscito ad emergere. Ha fatto il suo dovere e soprattutto ha difeso, con la sua azione, le vere vittime di tutta questa vicenda: gli studenti e le studentesse di quella scuola”.
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