Abbiamo già ampiamente definito contestabile l’azione ricorsuale intentata dai sindacati a sigle riunite contro il bonus di 24 punti attribuito ai docenti in possesso dell’abilitazione selettiva TFA.
Oggi si delineano particolari che rendono ancora più inquietante la vicenda e che evidenziano ulteriormente l’eclatante faziosità delle organizzazioni sindacali in questione che, lungi dal salvaguardare ed armonizzare gli interessi contrastanti dei vari profili di abilitati, hanno deciso di schierarsi apertamente contro gli abilitati TFA, al fine di tutelare esclusivamente gli abilitati PAS.
I tieffini primo ciclo, che hanno dovuto attendere 2 anni per far valere la propria abilitazione (in quanto non fu loro concessa né riserva né priorità), e che sono comunque docenti precari rei di aver superato una triplice selezione, credevano di essere gli unici a subire l’attacco giuridico: il pentasindacato, nelle sigle riunite di cgil, cisl, uil, gilda e snals, ha invece impugnato per intero la tabella valutazione titoli Miur che tutela, con un punteggio maggiore, il titolo selettivo Tfa (primo e secondo ciclo) e anche i docenti di SFP, rischiando di invalidare le nuove graduatorie di istituto e di costringere alle nomine dalle precedenti, pregiudicando così la continuità didattica del prossimo anno scolastico.
Questo atto, infatti, avvantaggia unicamente i docenti abilitati con percorso sanatoria Pas (con requisito di soli 3 anni di servizio) e docenti con il diploma magistrali (di 4 o 5 anni).
I sindacati, smentendo eticamente il loro ruolo, hanno avuto inoltre la pretesa di porsi davanti ai giudici come i rappresentanti di tutta la categoria degli insegnanti, arrogandosi una rappresentanza del tutto illegittima, considerata l’azione deprecabile intrapresa contro i docenti precari abilitatisi con TFA o laureatisi in SFP. Per il momento il TAR non ha riscontrato l’urgenza di un provvedimento cautelare, rigettando l’istanza di sospensiva avanzata dal pentasindacato, ma un eventuale accoglimento del loro ricorso potrebbe causare danni ad un ampio ventaglio di docenti italiani precari (docenti abilitati con TFA1, TFA2 e SFP) e in via prioritaria proprio a coloro che risultano loro tesserati (e che con la tessera hanno sottoscritto di essere rappresentati da loro).
L’assurda conseguenza che ne deriva è quindi che il singolo docente abilitato con Tfa, oppure che ha conseguito il titolo SFP, ha ricorso al Tar contro sé stesso. Ha infatti impugnato la tabella che, invece, riteneva giusta ed equa.
Gli iscritti alle sigle che hanno promosso il ricorso, potranno perciò ripararsi dall’azione dei sindacati, facendo valere il loro disappunto sulla pretesa delle predette associazioni di rappresentare l’intera categoria docente-tesserata.
Il Coordinamento Nazionale Tfa si sta organizzando, insieme all’avv. Sirio Solidoro, per evitare il perpetrarsi dello scempio ai danni dei docenti precari abilitati con percorsi selettivi.
Per il Coordinamento prof.ri Edoardo Ricci, Arianna Cipriani
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