Dante Alighieri dove è nato? Uno studente su cinque non lo sa. Dove è sepolto e quando è vissuto? Circa metà lo ignora. A scoprirlo è stato il portale Skuola.net, dopo averlo chiesto a mille alunni dell’ultimo triennio del liceo, per i quali lo studio di Dante sarebbe peraltro un argomento obbligatorio previsto della linee guida ministeriali.
Il sondaggio si è svolto in occasione del Dantedì 2021- la giornata in cui, il 25 marzo, si ricorda Dante Alighieri con una serie di iniziative – che quest’anno coincide con i 700 anni dalla sua morte.
I risultati sono stati per certi versi scoraggianti. Tanti sono infatti i ragazzi che sbagliano a rispondere sulle nozioni che dovrebbero essere di dominio pubblico.
Ad esempio, 1 su 5 – posto di fronte a un elenco di città – non ha indicato Firenze come luogo di nascita di Dante.
Molti di più (45%) quelli che hanno dimostrato di non sapere il luogo in cui è morto e in cui è sepolto: Ravenna.
Niente da fare anche con la sua collocazione storica: solamente il 52% lo posiziona a cavallo tra il 1200 e il 1300.
Molti non conoscono nemmeno il soprannome con cui è universalmente conosciuto Dante, il ‘Sommo Poeta’: solo 3 su 4 lo hanno saputo dire (gli altri hanno spaziato dal ‘Divino’ al ‘Vate’ al ‘Genio’).
Passando alla sua produzione letteraria, stupisce che quasi 1 su 5 non abbia riconosciuto il “Decameron” (di Boccaccio) come l’intrusa in mezzo ad altre famose opere dantesche.
Lo stesso è avvenuto facendo l’esperimento inverso: su una proposta di quattro titoli, di cui uno solo effettivamente scritto dall’Alighieri, solo il 74% ha indicato correttamente il “De Monarchia” (per la cronaca le altre erano “Il Principe” di Machiavelli, il “Canzoniere” di Petrarca e l'”Orlando furioso” di Ariosto; non proprio opzioni alla portata esclusiva di esperti filologi).
Il 22% alla domanda “Come si chiamava la musa ispiratrice di Dante?” ha confuso Beatrice, con la Fiammetta di Boccaccio o con la Laura di Petrarca (ma anche con la Silvia di Leopardi).
Quanto alla Divina Commedia, solo 6 su 10 ne hanno riportato l’esatta struttura, articolata in 3 ‘cantiche’ (Inferno, Purgatorio e Paradiso) suddivise, a loro volta, in ‘canti’. Decisamente meno (1 su 2) quelli che ricordano il numero preciso dei ‘canti’ (100).
Circa un quinto (17%) ha addirittura tolto a Virgilio il ruolo di guida nel viaggio verso gli inferi.
Ma è sui personaggi che popolano il testo che, per la maggior parte degli studenti, è notte fonda: appena 1 su 3 ha individuato in Giotto il nome non presente all’Inferno: la fetta più grande si è orientata su Maometto, che invece è presente.
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