Attualità

Dante? Per il ministro della Cultura “è il fondatore del pensiero di destra in Italia”

Non lo avevamo mai sospettato, né lontanamente immaginato che Dante Alighieri, il padre della lingua italiana, fosse pure “Il fondatore del pensiero di destra in Italia”. E siccome a dirlo è il ministro della Cultura italiana, Gennaro Sangiuliano, c’è da crederci e da prenderlo in parola. 

In verità tuttavia sbanda un poco il pensiero, dopo tanta asserzione, quello che dice appresso: “La destra ha cultura, deve solo affermarla”. E va a prenderla questa cultura di destra nel medioevo? Nel 1300 quando ancora di ideologie non si parlava, quando ancora c’era l’Arte del Trivio e del Quadrivio, quando ancora gli amanuensi trascrivevano il pensiero di Aristotele? E c’erano i conventi? 

Certamente, c’erano le corporazioni che erano altra cosa rispetto a quelle inventate dal fascismo: ma con Dante non hanno nulla a che fare. 

Ma se l’ha detto il ministro della cultura che è, come diceva Marcantonio parlando di Bruto, uomo d’onore, dobbiamo crederci e seguirlo nella sua avventura culturale. E infatti pare strano che sia nata una polemica da parte dei soliti oppositori: “Se il ministro Sangiuliano deve andare a scomodare Dante per trovare un riferimento culturale alla destra, il ministro della cultura ha qualche problema con la storia e la Meloni ha qualche problema con la scelta dei ministri”.

Ma il ministro non si arrende e dichiara ancora: “La destra ha cultura e ha una grandissima cultura: il fondatore del pensiero di destra nel nostro Paese è stato Dante Alighieri, per la sua visione dell’umano e delle relazioni interpersonali e anche per la sua costruzione politica profondamente di destra”.

Anche questo non sapevamo, che già ai tempi di Dante ci fosse una destra e di conseguenza anche una sinistra e dunque anche un centro. Da qui pure un centro sinistra e un centro destra: a saperlo.

Ci sono però altre note di dissenso: “Il Ministro Sangiuliano lasci stare almeno Dante. Capiamo che è un ottima fonte di pubblicità e che al Ministro piace pronunciare parole in libertà, ma non scomodiamo il padre della lingua italiana per analisi risibili e caricaturali. Se non fosse un momento drammatico per il Paese ci sarebbe da ridere. Le parole improbabili del Ministro Sangiuliano indicano chiaramente la qualità dell’esecutivo Meloni: tante chiacchiere e zero fatti”.

E ancora: “Non ci spieghiamo come il ministro Sangiuliano abbia potuto considerare il sommo Poeta come ‘il fondatore del pensiero di destra in Italia’. Basterebbe il fatto che Dante stava con i guelfi bianchi e chi lo ha esiliato sono i neri: ogni altra considerazione è superflua. Per questo il ministro della Cultura fa riferimenti culturali sbagliati, perché dovrebbe sapere che Dante nel 1302 fu costretto all’esilio proprio perché militava nei guelfi Bianchi e voleva uno stato laico, attaccava duramente il trasformismo della politica e auspicò la funzione regolatrice del diritto e la socialità dell’uomo, temi che non sono propri della destra di Giorgia Meloni. Quindi consigliamo al ministro di lasciare perdere Dante, perché i riferimenti culturali della destra oggi sono Trump e Bolsonaro.”

Pasquale Almirante

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