In attesa che si formi il nuovo governo, e sembra attraverso una intesa Pd-5Stelle, ci permettiamo suggerire, agli strateghi attorno al tavolo alchemico per dare il nome a ciascun ministero, di dare forma e contenuto a un ministro dell’istruzione di alto profilo culturale.
Basta, se è possibile, a nominativi scaturiti da convenienze politiche e spartizioni di potere; magari politici di lungo corso, ma che non posseggono neanche il titolo necessario perfino per partecipare a un concorso pubblico e che non possono neanche essere additati come esempio ai ragazzi.
Un ministro insomma che oltre a sapere, abbia nel curriculum pubblicazioni importanti, frequenti le Accademie, conosca l’ ABC della scuola pubblica e sappia guidare uno dei dicasteri più delicati e sensibili della Nazione, perché è da quelle stanze che si definisce il futuro dei giovani e quindi del Paese.
Ne abbiamo visti troppi ministri che non sapevano nemmeno dove mettere le mani, da dove partire e cosa fare, affidandosi solo ai funzionari e alla loro esperienza: perché così è stato per troppi anni.
Non chiediamo moltissimo, ma l’essenziale, che non è costituito solo da una laurea qualunque, ma da competenze e conoscenze, che sia in contatto col mondo dell’Istruzione europea (almeno) e che possa lasciare l’impronta di riforme ormai ineludibili a cominciare dalla soppressione definitiva e senza appello del precariato e alla costruzione di modelli educativi e culturali di lungo respiro e di granitica forza.
Che veda la scuola insomma come la chiave di volta che tiene in piedi l’intera impalcatura nazionale, i docenti come lo strumento principale di crescita e l’istruzione l’unica via per migliorare il mondo e il nostro Paese in particolare.
Dateci un “grande” ministro insomma per restituire all’Italia una grande scuola: ce lo meritiamo.
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