Secondo i dati riportati dall’Anmil, Associazione nazionale dei lavoratori mutilati ed invalidi del lavoro, nell’anno scolastico 2016/2017 sono stati oltre 75.000 gli infortuni più o meno gravi occorsi a studenti in ambito scolastico: il 56% (42.000 casi) maschi e il 44% femmine (33.000 casi).
Le regioni dove si registrano più infortuni sono Lombardia, Emilia e Veneto.
Un andamento che tuttavia, seppure lentamente, registra un continuo calo: erano infatti circa 90.000 nell’anno scolastico 2012/2013.
Si tratta in genere di infortuni lievi, ma quasi 200 hanno comportato gravi invalidità permanenti; il 62% ha riguardato i maschi mentre il 38% femmine. Il tipo di lesione più frequente è stata la frattura, causa di oltre la metà delle invalidità permanenti; il resto sono lussazioni, distorsioni, ferite e contusioni.
La parte del corpo più colpita da infortuni è stata il ginocchio (28% del totale), seguita dalla caviglia (20%), dal polso (12%), dalla colonna vertebrale (10%) e infine il braccio (7%).
Gli studenti più “esuberanti” sono quelli di scuole elementari e medie inferiori, che rappresentano il 68% (circa 50.000) degli studenti infortunati; quelli delle Superiori sono circa 23.000 (pari al 31%), mentre gli Universitari sono meno del 2% (circa 2.000). I mesi in cui si registra il maggior numero di infortuni sono Marzo, Aprile e Maggio. In questi tre mesi, che rappresentano in pratica l’ultimo trimestre dell’anno scolastico, si verifica circa la metà degli infortuni, ovvero più del doppio di quelli che si verificano nei primi tre mesi di scuola (Settembre, Ottobre, Novembre).
Il giorno più a rischio – come per gli infortuni sul lavoro – è il lunedì con il 25% di infortuni rispetto al resto della settimana. Quasi un terzo degli infortuni (32%) si concentra tra le ore 10 e le ore 11: è questa, in genere, la fascia oraria in cui gli studenti fanno la sospirata “ricreazione” e possono dare libero sfogo alla loro vivacità repressa dopo le prime ore passate nei banchi. Tra gli studenti infortunati ce ne sono anche 4.300 di origine straniera (pari a quasi il 6% del totale). Una collettività che, in linea con l’andamento e il consolidamento della presenza straniera in Italia, è cresciuta notevolmente negli ultimi decenni.
Le comunità straniere prevalenti tra gli studenti infortunati sono: rumena (circa 900 casi), albanese (circa 400), marocchina (circa 350), moldava (circa 250), ucraina (circa 170) e indiana (circa 120).
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