Nel mondo della scuola, ormai da qualche anno, sono entrati termini nuovi, come tutela della privacy e violazione dei dati personali. Non conoscere la normativa riguardo a temi così delicati, potrebbe costare molto caro a chi si dovesse rendere colpevole di questi reati.
È utile sapere che l’art.15 del regolamento sulla privacy vada a ricalcare in pieno la norma civilistica dell’art. 2050 c.c. equiparando in modo esplicito la violazione di un dato personale o del diritto alla privacy di un dipendente pubblico (compreso il personale scolastico) al risarcimento del danno procurato da illecito.
C’è da specificare che per gli illeciti amministrativi, si può parlare di responsabilità civile in caso di mancata oppure inidonea informativa all’interessato, trattamento in assenza di consenso, cessione dei dati in violazione delle norme, omessa o incompleta notificazione al Garante, omessa informazione o esibizione di documenti richiesti al Garante.
L’illecito sulla violazione dei dati personali o sulla violazione del diritto alla privacy potrebbe superare la barriera del civile e sconfinare nel penale. Gli illeciti penali invece sono previsti dagli articoli 167-172 del Codice della privacy. Tali norme prevedono addirittura pene detentive.
Tra alcune segnalazioni fatte dal Garante per chiarire in cosa possa concretizzarsi la violazione dei dati personali, ci sono quelle riferite al fatto che il docente ha diritto di conoscere le dichiarazioni che lo riguardano rese dai genitori alla scuola. In buona sostanza il dirigente scolastico è obbligato a informare l’interessato sugli atti che la scuola riceve dai genitori o dagli studenti nei confronti del docente.
La divulgazione a terzi dello stato di gravidanza a rischio di una docente è un altro caso di violazione della privacy oppure il divieto dell’uso di impianti biometrici per la rilevazione delle presenze in tre istituti superiori, sono altri casi che hanno visto soccombere alcuni dirigenti scolastici rispetto all’intervento del Garante.
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