Nella serata di ieri, 10 maggio, si è svolta la cerimonia di premiazione della 68esima edizione del David di Donatello, il riconoscimento cinematografico italiano assegnato dall’Accademia del Cinema Italiano ad attori, registi e autori, condotta da Carlo Conti e Matilde Gioli e trasmessa in diretta su Rai1.
Tra i vincitori, nella categoria “Premio Cecilia Mangini al miglior documentario”, a trionfare è stato “Il Cerchio”, un documentario che è ambientato in una scuola. “Chi sono i bambini di oggi, cosa pensano, e come vedono il mondo adulto?”, queste le domande alla base di quello che è stato un vero e proprio esperimento sociale condotto dalla regista Sophie Chiarello.
Come riporta Ansa, quest’ultima ha cercato di raccontare la vita quotidiana di una classe, riprendendo le attività proposte in classe da una maestra, per ben 5 anni, dal 2015 al 2020. L’obiettivo? Carpire il punto di vista su alcuni temi dei piccoli protagonisti: che cos’è l’amore? Chi sono i migranti? Quali sono le differenze tra maschi e femmine? Che cosa vuol dire diventare adulti? Ma soprattutto, chi è Babbo Natale? Queste alcune delle domande universali che sono state poste loro.
Questi momenti di riflessione erano extradidattici: si trattava di uno spazio denominato proprio “il cerchio”, in cui i bambini si trovavano insieme, seduti a terra a formare un cerchio insieme alla docente per discutere. La scuola in questione è la Daniele Manin di Roma, in particolare il plesso Di Donato.
Avevamo già parlato di questa scuola qualche mese fa, discutendo di didattica e cinema, riportando il caso relativo alla creazione di cortometraggi mettendo in pratica le nozioni di italiano, matematica, arte, musica imparate in classe.
“Ringrazio chi ha creduto a questo film in modo speciale. Ringrazio la scuola, la scuola italiana, la scuola che ha accolto questo progetto e l’ha custodito per 5 anni, dalla prima alla quinta elementare. Ero in classe con una trentina di bambini. A loro dedico questo premio, alla maestra Francesca Tortora, a tutti i bambini perché possano trovare un cerchio pronto ad accoglierli che possa aiutarli a trovare la propria identità liberamente. Viva la scuola e viva il cinema”, queste le parole con cui la regista ha accettato il premio sul palco.
La Chiarello ha parlato così del film su Instagram: “Il Cerchio sono cinque anni dalla prima elementare nel 2015 alla quinta nel 2020, seduta con la mia telecamera nel cerchio della classe di una maestra speciale, Francesca Tortora, con i suoi venticinque alunni e alunne, le loro storie piccole e grandi, i loro sguardi su noi adulti e le bellezze e le brutture del mondo fuori dall’aula, i drammi le risate le scoperte i silenzi parlanti e le corse in cortile, le chiacchiere urlate e quelle sommesse”.
La docente che ha partecipato al progetto ha scritto su Facebook: “Anche io tanto commossa e grata di essere stata parte di questo progetto, di questo meraviglioso viaggio che ci ha portati fin qui e che in fondo continua in quel cerchio ed in altri cerchi in cui si parla, si vive, si cresce insieme…grazie!”.
All’indomani della vittoria, l’Associazione Genitori Di Donato ha annunciato, sempre su Facebook, che il film sarà proiettato oggi nel cortile della scuola.
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