Categorie: Politica scolastica

Davide Faraone: “Verrà assunto chi serve alle scuole”

 

INTERVISTA PUBBLICATA SU “LA STAMPA” DEL 27/4/2015 

 

Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione, la pensa anche lei come la ministra Stefania Giannini? I contestatori che l’hanno presa di mira sono squadristi?

“Certo che sì. Quelli che hanno impedito a lei e a Francesca Puglisi di parlare non erano insegnanti. In Italia si insegna il rispetto e la democrazia”.

 

L’ex ministra dell’istruzione Mariastella Gelmini difende le sue scelte in fatto di graduatorie e chiede di non discriminare chi ha l’abilitazione Tfa e Pas e ha creduto alle promesse dello Stato. Che ne pensa?

“Qualcuno doveva mettere ordine prima o poi in questo caos di graduatorie e precariato. Il rischio era una vita da precario per gli insegnanti e una didattica precaria per gli studenti. Abbiamo detto basta”.

 

Secondo il M5S Il fabbisogno reale del prossimo anno è di 120mila docenti su cattedre annuali, e non di 50mila come stimato dal governo. Ciò significa che l’impianto di questo disegno di legge si basa su presupposti falsi. Che cosa rispondete?

“Chi dice queste cose o non sa leggere le tabelle o mente agli italiani. Opporsi a un provvedimento è legittimo, ma farlo seminando il panico o dicendo falsità è irresponsabile. Grazie ai 100.000 nuovi insegnanti, con metà aboliremo le supplenze e quindi garantiremo la continuità didattica, mentre con 50.000 realizzeremo una scuola più aperta e adatta alle esigenze degli studenti. La matematica non è un’opinione”.

 

Chi verrà assunto?

“Chi serve alla scuola. Le scuole ci diranno di quali docenti hanno bisogno e li avranno. Se mancheranno posti, saranno messi a concorso. Inoltre, grazie ad alcuni emendamenti che la maggioranza sta presentando, l’ultima parola sull’offerta della scuola sarà data dal Consiglio d’Istituto, di cui fanno parte studenti, genitori, docenti e personale Ata, con un ruolo di guida del dirigente scolastico, sindaco della comunità scolastica”.

 

Non ci saranno gli idonei al concorso 2012. Non sono stati assunti perché non avevano il posto, non perché siano stati meno bravi di chi è entrato. Le sembra giusto?

“Stiamo elaborando emendamenti che risolveranno anche questa situazione”.

 

State pensando a un ridimensionamento del ruolo spropositato dato ai presidi dal testo del ddl uscito dal Consiglio dei Ministri. E’ una marcia indietro?

“Un preside che pensasse di comandare e non condividere sarebbe un folle. Noi stiamo restituendo autorevolezza a chi fa la scuola, ai dirigenti scolastici come agli insegnanti. In più valorizziamo la comunità scolastica dando a tutti la possibilità di decidere sulle attività della scuola. Nessun ruolo spropositato prima, nessuna marcia indietro adesso. Mettiamo in legge ciò che avremmo messo nei regolamenti attuativi, per smascherare l’alibi di chi protesta a prescindere”.

 

Quali saranno i controlli valutativi sui dirigenti scolastici?

“Sono 15 anni che c’è una legge sull’autonomia e sulla valutazione dei dirigenti, noi finalmente l’attuiamo sul serio, sapendo che formazione, valutazione e responsabilità sono un trinomio inscindibile. Valuteremo come il dirigente scolastico gestisce la scuola a livello organizzativo, il raggiungimento dei risultati che gli verranno assegnati, come gestisce e promuove le risorse umane, come viene valutato dalla sua comunità, come cura e sviluppa’ la propria professionalità. E parte della sua retribuzione dipenderà da questa valutazione”.

 

Per la prima volta dopo sette anni i sindacati si sono uniti per uno sciopero. Il compito di un Governo è di andare avanti sulla propria strada, ma anche di farlo ascoltando il mondo reale, non crede?

“Rispetto massimo per lo sciopero, ma a me, più che rappresentanti del mondo reale, alcuni sindacalisti sembrano dei marziani. Non so in quale galassia si organizzi uno sciopero contro un Governo che mette quasi quattro miliardi sull’edilizia scolastica e con il DdL tre miliardi di euro e 50.000 docenti in più, che mette fine alle graduatorie, che decide che dal 2016 si entra solo per concorso, che dà 500 euro all’anno per ogni docente perché si formi e si aggiorni, 200 milioni per il merito, 125 milioni di euro in più per il funzionamento delle nostre scuole, 100 milioni per avvicinare mondo della scuola e mondo del lavoro, 300 milioni per costruire nuove scuole ad alto contenuto innovativo, 40 milioni per verificare che i calcinacci non cadano sulle teste dei nostri figli… Devo andare avanti?”.

 

Quali sono i tempi di approvazione del DdL? Ricorrerete alla fiducia?

“Saranno brevi. Siamo stati contrari a scorporare le assunzioni dal piano della scuola, ma vogliamo che i tempi vengano rispettati e tutto possa partire dal prossimo anno scolastico. Metteremo la fiducia solo se vedremo messo a rischio il piano di assunzioni e la rivoluzione della scuola”.

 

Redazione

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