Premetto che parlo per le scuole superiori.
Mi piacerebbe capire perché all’improvviso la Didattica a distanza sia diventata Satana in persona. Abbiamo chiuso tutto per pochissimi contagiati a marzo ed ora che ne abbiamo a iosa (per non parlare dei morti) la nostra capa vuole aprire tutto ad ogni costo. E non basta: continua a dire che stiamo ‘perdendo tempo’ e dovremo ‘recuperare’ a giugno andando a scuola anche al sabato. Recuperare CHE? Quindi ci stanno dando dei fannulloni. Sono molto offesa e mi sento del tutto inutile. C’è un piccolo particolare: gli esami di stato? Quando li facciamo?
Dicono che la DDI è classista. No, primo perché chi non ha un device lo può chiedere alla scuola (anche se la Azzolina ha firmato tardissimo il decreto, chissà, si sarà dimenticata?).
Secondo, fatico a pensare che uno studente non abbiano almeno uno smartphone.
Per la mia personale esperienza ho constatato che i ragazzi che si involano e non partecipano alle attività sono GLI STESSI che già in presenza c’erano poco e quando c’erano dormivano o disturbavano in continuazione.
Si copia? Beh, non avete idea di quanti sistemi ci siano per copiare abbondantemente: se vogliono copiare lo fanno comunque.
Non c’è il fattore umano, dicono. L’affetto si manifesta in mille modi.
Intanto li vedi, parli con loro…. a me chiamano su Wa, sono sempre a disposizione. Lavoro, se necessario, sabato sera e/o domenica. Perché la DDI non è prendere il libro e leggerlo. Ė molto diversa: materiali diversi che devono essere vagliati e filtrati, dispense, coinvolgimento continuo.
Insegno in un istituto secondario di secondo grado e abbiamo vissuto, docenti e studenti situazioni piuttosto scabrose. Una volta erano positivi studenti ( tanti, con buona pace della nostra ministra), altri i docenti, se non entrambi.
Inoltre vi è un fenomeno che è diffuso ma ben nascosto. Spesso i genitori mandano i figli a scuola con la febbre, oppure se uno dei componenti della famiglia sono positivi NON LO DICONO.
Non da poco la questione del rientro a scuola. Alcuni Dirigenti la vedono così: anche se sei ancora positivo o comunque non hai il tampone negativo, quando passano i 21 gg tu poi, anzi, devi tornare a lavorare. Studente o personale.
Altri invece pretendono ( e meno male) il tampone negativo.
Il riferente COVID spesso è in contrasto con il Dirigente ed è un gran casino.
Cosa facciamo? Adesso dovremo stravolgere l’orario, vedercela con i trasporti… e nelle superiori non c’è la mensa. E se escono alle 16 quando studiano? Che resa possano dare? E il serale ed il preserale?
Non riesco a concepire che tali criticità non siano venute in mente agli addetti ai lavori.
O ci sono, o ci fanno. Tertium non datur.
Lettera firmata
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