L’esperto di politiche educative e sociali, già sottosegretario all’Istruzione del Governo Monti, Marco Rossi Doria, ci offre un concetto pedagogicamente molto potente, parlando di DDI e di didattica inclusiva. In riferimento alla mission della Fondazione Zancan, infatti, Rossi Doria spiega quello che dovrebbe essere il mandato della scuola, il suo indirizzo “politico” (inteso nel senso più ampio): la scuola dell’inclusione precoce per bambini e ragazzi deve fare discriminazione positiva, ovvero deve dare di più a chi ha di meno.
Così è intervenuto l’ex sottosegretario in diretta you tube, con Anna Ascani, vice ministra all’Istruzione e con la Sottosegretaria Sandra Zampa, a commento del report “Crescere senza distanza”, promosso dal Ministero della Salute, dal Ministero dell’Istruzione e da “Con i Bambini”; realizzato da “Fondazione Zancan” per monitorare le esperienze di didattica a distanza con un occhio di riguardo alle categorie di alunni più fragili.
“Tutti sono partiti dalle fragilità, la Montessori e altri,” osserva Rossi Doria, e spiega: “Del funzionamento ordinario del corpo umano si capisce molto a partire dalle malattie. Anche nel sistema educativo è così, poi il sistema deve essere organizzato sulla medietà, ma bisogna ricordarsi da dove bisogna partire.”
“Lo studio, ” dice riferendosi al lavoro della Fondazione Zancan Crescere senza distanza, “ci fornisce la mappa di una scuola che raggiunge davvero i bambini e i ragazzi, spendiamo quasi 4 miliardi l’anno per raggiungere in maniera speciale bambini e ragazzi speciali, nessun altro paese spende tanto,” ci ricorda l’esperto.
“Una didattica individualizzata può essere fatta con le tecnologie ma anche dando voce ai genitori dei ragazzi malati, agli educatori, ai ragazzi stessi, ai docenti e alle loro acute e potenti riflessioni.”
“Come dobbiamo guardare alla didattica a distanza?” si chiede ancora Rossi Doria. “Come a qualcosa di irrinunciabile, fondamentale per mantenere i legami tra scuola, istruzione, apprendimenti, famiglie, mamme e ragazzi, ma non come la sostituzione della scuola, questo non è possibile.” E aggiunge: “Oggi dobbiamo fare didattica a distanza, lo dobbiamo fare e dobbiamo farlo bene, in modo personalizzato e con attenzione alle emozioni e alle cognizioni di ognunno.”
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