Nelle scuole superiori vi sarebbe un minore deficit degli apprendimenti rispetto alla scuola primaria. Lo fa notare la Senatrice e pedagogista Paola Boldrini, in commissione Istruzione al Senato, dove nella mattina del 2 febbraio si sono svolte le audizioni, in videoconferenza, sull’impatto della DDI sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico degli studenti, nell’ambito di un confronto con il consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi e con la Società italiana psicologia pediatrica (SIPPED).
Spiega la senatrice Boldrini che, a dispetto di un maggiore ricorso alla DaD nelle scuole superiori, su questo grado di scuola l’impatto della DDI ha avuto effetti meno dannosi che nella scuola primaria, in relazione al fatto che la classe docente alle superiori è più giovane o comunque è soggetta a un maggiore ricambio generazionale rispetto al cambio generazionale che avviene nella scuola primaria. Insomma i docenti delle scuole superiori si sono fatti trovare meno impreparati sulle nuove tecnologie didattiche rispetto ai colleghi di scuola primaria: hanno cioè impiegato meno tempo a portare a regime la DaD e hanno perso meno giorni di lezione, probabilmente avvantaggiati anche da tecnologie proprie più efficienti rispetto a quelle messe a disposizione dalla scuola. Un dato anagrafico, quindi, che potrebbe avere avuto un effetto diretto sull’efficacia della didattica in tempi di pandemia. Qualcosa che emerge dai dati Censis, afferma la Senatrice, ma anche da colloqui con genitori e con docenti.
Ma è solo uno dei temi che sono stati affrontati in commissione Istruzione. Nel dibattito si è parlato di disuguaglianza, dispersione scolastica, formazione docenti, formazione degli alunni sul fronte digitale ma anche emotivo.
Per far fronte alle criticità legate all’uso prolungato della Didattica Digitale Integrata, si è posta in evidenza la necessità della consulenza psicologica dedicata ai ragazzi, oltre che di una formazione specifica sull’uso consapevole del digitale. Fa notare, infatti, sempre la Senatrice Boldrini, che la scuola ha vissuto una grande contraddizione laddove ha chiesto ai ragazzi di trascorrere molto tempo al computer quando, contestualmente, gli alunni vengono dissuasi dall’uso e dall’abuso delle tecnologie, dei nuovi media, dei social. Ecco perché, il ricorso alla DaD in modo ordinario e continuativo va affiancato parallelamente e a monte dalla formazione degli alunni sull’uso delle tecnologie, nell’ottica di contenere l’eventuale disorientamento e disagio degli alunni anche in termini emotivi.
Sul tema del deficit degli apprendimenti dovuto all’uso prolungato della DDI anche la diretta di Tecnica della Scuola Live:
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