Quando si parla di storia e di valori, la memoria e il racconto sono tutto. E se a fornirli non sono i, seppur preziosi, libri o gli audiovisivi, ma dei testimoni in carne e ossa, allora la questione diventa pregna di significati. Quelli che forse solo i partigiani della seconda guerra mondiale, che ciclicamente si avvicinano ai giovani andando a raccontare loro le vicissitudini dopo l’armistizio, sanno trasmettere.
Questa situazione verrà rivissuta sabato 6 giugno, dalle ore 18, a Roma, quando Giuliano Aureli, presidente dell’Anpi di Velletri, ripercorrerà ai giovani presenti le tappe principali che portarono alla liberazione di Roma dal Nazifascismo: nel giardino liberato di via Galeazzo Alessi (zona villa Certosa), Aureli cercherà di far rivivere ai presenti momenti e sensazioni di oltre 70 anni fa.
Nei 271 giorni di occupazione nazifascista, era ancora un bambino. E saranno proprio le storie che vedeva con gli occhi di quegli anni che racconterà ai bambini e alle bambine: “una lezione di storia orale – spiegano gli organizzatori dell’evento romano, appartenenti ad un comitato locale – calibrata sulle loro sensibilità, di quelle che vorremmo fossero fatte ai nostri figli nella scuola ideale, un posto dove la conoscenza critica sia indissolubilmente legata all’identità e alla memoria del territorio”.
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“Con Giuliano ci saranno le persone che operano e agiscono nelle scuole oggi, saranno raccontate le storie della resistenza di ieri e di quella di oggi. Il nostro nonno partigiano parlerà alle bambine e ai bambini del posto in cui si trovano, gli ricorderà da dove vengono, cosa c’era prima. E le maestre, i genitori, le persone che s’impegnano affinché le bambine e i bambini possano gioire di un futuro migliore, spiegheranno quello che succede oggi, diranno le cose che i signori che governano stanno facendo per smantellare tutto e racconteranno quello che noi, mamme padri nonni maestri e maestri, stiamo facendo per Resistere. E per cambiare”. Il riferimento, tutt’altro che velato, è alla riforma della scuola, si cui a breve dovrà esprimersi il Senato, che secondo gli organizzatori della giornata del 6 giugno va respinta ad ogni costo.
L’ incontro del primo sabato di giugno, prevede la possibilità per le classi e le maestre/professori/esse che hanno svolto qualche lavoro sulla resistenza/liberazione di intervenire o anche solo mettere in mostra i propri lavori.
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