Sono diverse le novità rilevanti all’interno dei nuovi commi inseriti, al fotofinish, nel maxiemendamento al ddl ‘La Buona Scuola’: una di queste è quella riguardante le 55.258 assunzioni su posti di potenziamento dell’offerta formativa, che coinvolge anche circa 6.500 vincitori ed idonei dell’ultimo concorso del 2012. Complessivamente, si tratta di più della metà dei nuovi prossimi assunti: ebbene, questa seconda tranche di immissioni in ruolo, da realizzare successivamente alla canonica su posti vacanti, riguardante 51.899 nuovi docenti, si realizzerà con molta probabilità solo con decorrenza giuridica dal 1° settembre 2015, mentre per la decorrenza economica del contratto a tempo indeterminato bisognerà attendere la presa di servizio presso la sede assegnata (verosimilmente il 1° settembre 2016), come già indicato in un altro articolo.
Il comma 101 del testo di riforma approvato al Senato ci dice: “i soggetti di cui al comma 97, lettere b) e c), accettano espressamente la proposta di assunzione entro dieci giorni dalla data della sua ricezione secondo le modalità di cui al comma 102. In caso di mancata accettazione, nel termine e con le modalità predetti, i soggetti di cui al comma 95 non possono essere destinatari di ulteriori proposte di assunzione a tempo indeterminato ai sensi del piano straordinario di assunzioni”. Sin qui nulla di nuovo, perché tale esclusione, dal piano di immissioni in ruolo previsto dal ddl 1934, era previsto già nella versione approvata alla Camera il 20 maggio scorso.
La novità arriva con il testo aggiunto e approvato a Palazzo Madama: “i soggetti che non accettano la proposta di assunzione eventualmente effettuata in una fase – prosegue il comma – non partecipano alle fasi successive e sono definitivamente espunti dalle rispettive graduatorie. Le disponibilità di posti sopravvenute per effetto delle rinunce all’assunzione non possono essere assegnate in nessuna delle fasi di cui al comma 97”.
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Insomma, i docenti che non vorranno essere assunti, a fronte di una proposta ufficiale, dovranno pagare una “penale” davvero alta: l’esclusione dalle graduatorie. La sottolineatura “definitivamente”, introdotto in un secondo momento a Palazzo Madama, induce a pensare che l’espulsione avvenga non solo da questa fase di assunzioni ma anche delle stesse GaE e dalle graduatorie di merito dove erano collocati. La proposta di contratto avrà quindi il sapore, è il caso di dire, del “prendere o lasciare”. E siccome potrebbe riguardare anche una provincia non dietro l’angolo la propria residenza, visto che nello stesso DdL sono cadute le preferenze iniziali, in certi casi la decisione potrebbe essere davvero difficoltosa.
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