Come si poteva immaginare, nemmeno l’incontro Governo–sindacati del 12 maggio è servito a calmare gli animi sulla contrapposizione che si è venuta a creare per via del ddl di riforma della scuola: il rischio di vedere compromessi molti scrutini di fine anno scolastico, si fa quindi sempre più concreto.
Un’eventualità che per il Governo è inconcepibile: non ci sarebbero motivi per scioperare, figuriamoci per bloccare gli scrutini di fine anno scolastico. A sostenerlo, dopo aver ascoltato i sindacati a Palazzo Chigi, è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti: “sconcerta che, a fronte di una manifesta volontà del Governo di dialogare” sulla riforma della scuola “si risponda – da parte di alcune sigle sindacali – minacciando il blocco degli scrutini. Un’iniziativa del genere sarebbe irresponsabile perché colpirebbe unicamente studenti e famiglie”, ha detto il rappresentante del Governo ai giornalisti presenti.
Lascia esterrefatti, ha aggiunto, l’annuncio del blocco degli scrutini, “a fronte di una manifesta volontà del Governo di dialogare su un tema così delicato come quello di una necessaria riforma della scuola e di una altrettanto necessaria stabilizzazione dei precari”.
Perché, sempre secondo De Vincenti, “durante la riunione, nonostante esplicite divergenze – prosegue – si è registrato un positivo clima di confronto nel merito delle questioni specifiche. Domani, il confronto proseguirà nell’incontro con le organizzazioni studentesche e quelle dei genitori. Al Senato, poi, in occasione di ulteriori consultazioni, ci sarà modo di proseguire nello scambio di opinioni”.
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Ma a sentire i sindacati le cose non stanno così. Detto delle forti divergenze, prima di Cgil e Cisl, successivamente della Uil, a scagliarsi contro il comportamento del Governo nel corso dell’incontro è l’Anief: che denuncia prima di non essere stata convocata all’incontro, e poi, quando il sindacalista ha raggiunto comunque Palazzo Chigi e chiesto “di prendere la parola, per esporre al tavolo di confronto le tante lacune presenti nella riforma della scuola”, di essere stato “zittito”, proprio dal sottosegretario De Vincenti, con i componenti del Governo che abbandonavano la sala.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “quanto accaduto oggi a Palazzo Chigi è stato un pessimo esempio di democrazia da parte delle istituzioni. È ormai sempre più evidente che il Governo vuole far passare la riforma a tutti i costi e che la convocazione dei sindacati e delle associazioni di categoria rappresenta un inutile gioco delle parti per cercare di acquisire un minimo di consensi. Perché il Governo sa bene che sul testo del disegno di legge sono tutti contrari. Questo comportamento irriguardoso verso il sindacato, inoltre, conferma il pressappochismo di chi ci governa in questo momento”.
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